Diamo il benvenuto a Francesco Luz su Music.it! Come nostra tradizione ti chiediamo unricordo legato alla musica particolarmente significativo!
Ciao e grazie per avermi invitato! Vediamo, un ricordo legato alla musica… Voglio citare il primo concerto che ho visto in vita mia, all’età di cinque anni. Nonostante sia passato tantissimo tempo ho ancora chiaro nella testa quello che provai vedendo i Righeira in piazza a Tagliacozzo, mentre cantavano la mia canzone preferita dell’epoca, ovvero “L’estate sta finendo”. Sentivo la musica e pensavo: “mi piacerebbe tanto, un giorno, fare un concerto!”. Probabilmente è nato tutto in quella calda serata estiva.
Sono ormai diciotto anni che suoni in giro per il mondo. Ma qual è stato lo scatto che ti ha portato al progetto solista?
Lo scatto è stato finalmente aver trovato la necessaria fiducia in me stesso e la determinazione a intraprendere un percorso musicale. Condividere con più persone possibili quello che sono musicalmente e quello che ho da dire. Aver raggiunto un grado di consapevolezza importante è stata la molla che mi ha fatto dire: “ok, lo faccio!”.
È appunto uscito il 1 novembre il tuo esordio, “Extraordinary Man”. Un album ricco e pieno di colori, che ripercorre un po’ la storia del rock. Quali sono allora gli artisti che ti hanno ispirato e formato quest’attitudine al multi genere?
Immaginate quanta musica ho sentito in vita mia, dal concerto dei Righeira del 1987 ad oggi. Probabilmente però questa disposizione verso più generi deriva dalle centinaia di ore passate a sentire uno dei miei gruppi di riferimento, ovvero i Queen. Un gruppo che spaziava da hard rock a pop, dal blues alla disco con una naturalezza estrema. Inoltre, quando ero più giovane, ero fermamente convinto che il rock fosse il genere più bello in assoluto. Ora che sono un vecchietto credo che una canzone possa essere bella indipendentemente dal genere. Nella mia playlist trovi Abba, Neil Young, U2, Genesis, Lucio Dalla, Maurice Ravel, Pharrell Williams Nirvana e chi più ne ha più ne metta. Ah! E ovviamente i The Beatles.
“Extraordinary Men” è anche la title track dell’album. Una canzone che parla di speranza, ma anche di responsabilità. Chi sono per te gli uomini straordinari?
Ci sono stati uomini e donne nella storia dell’umanità che hanno avuto un impatto su milioni e milioni di persone: Ghandi, Evita Peròn, John Lennon. Hanno avuto la forza di cambiare il pensiero delle persone, ma io credo che tutti possiamo essere straordinari, anzi, tutti lo siamo!
“Extraordinary Men” ha anche qualche momento di ironia. Lo dimostra ad esempio la traccia “Plastic Guru” che racconta questo nuovo mondo digitale. Raccontaci un po’ questa canzone e il tuo pensiero a riguardo!
Il testo è stato scritto da Luigi Abramo, che ha collaborato a tutte le canzoni. L’ironia fa parte del nostro modo di fare e di pensare e l’album si divide tra concetti più seri e altri più leggeri e ironici. In “Plastic Guru” prendiamo bonariamente in giro gli influencer, una categoria che noi anziani fatichiamo a comprendere (e questo è un nostro limite!), ma che si fa mal sopportare soprattutto quando, dall’alto dei loro cyber-scranni, santificano, pontificano e sentenziano alla ricerca disperata di un like o di un follow…
Cosa ci sarà adesso che il tuo primo album è uscito? Un tour magari?
Magari, ma non credo. Ora sono concentrato sulla promozione, ma gireremo sicuramente altri video. Inoltre sto iniziando a pensare al prossimo album, che vorrei tirare su presto. Spero di fare qualche concerto, ma non avendo un management alle spalle dovrei gestire ed organizzare tutto io e ti assicuro che con due bambini piccoli in casa, la cosa è un po’ complicata.
Ti ringraziamo Francesco Luz per essere stato con noi. Chiudiamo questa intervista proprio come l’abbiamo iniziata: con una tradizione! Ti lasciamo allora questo spazio bianco da poter usare come meglio credi. A presto!
Anzitutto vi ringrazio per la bella intervista! Roger Waters durante il suo ultimo tour esortava gli spettatori a restare umani. Io, che non ho il suo genio, tanto meno la sua forza comunicativa, vorrei solamente citarlo. Cerchiamo di rimanere umani in questo tempo di cambiamento. Tutto sta cambiando. La musica, il modo di fruirla, la politica, la scienza che fa passi in avanti giganteschi e l’unico modo per esserne parte attiva, per non subire questi cambiamenti, è quella di restare umani. Dal restare umani ad essere straordinari poi, il passo è breve!