Ascoltando gli HyperioN vorremmo avere più spazio per liberare l’adrenalina che ci monta dentro
La voce di Michelangelo Carano è pulita e pungente, a tratti ci trasporta indietro di una trentina di anni, se non di più, stile eighties. Il secondo brano dell’album degli HyperioN è “Ninja Will Strike” in cui un poderoso assolo di chitarra di Luke Fortini la fa da padrone assoluto. Tra assalti notturni e abilità guerrigliere da ninja, il castello in fiamme e lo Shogun trovato morto, c’è chi pensa sia stato colpito dai riff. “Driller Killer” sembra una specie di metafora, dove un dentista opera a modo suo, cercando di ucciderti a ritmo metal, ma donandoti un bellissimo sorriso. Come dire che la società governante regala futili distrazioni e falsa gioia, e poi da anfratti bui e dannosi tesse trame infauste verso la popolazione. “The Maze Of Polybius” ci sbatte in faccia il conto da pagare, per una società ludopatica, schiacciata da quel bisogno irrefrenabile di inserire un’altra monetina.
“Into The Maelstrom” ha grinta e personalità, e lancia definitivamente gli HyperioN nel mondo heavy
In questo brano gli HyperioN ci vanno giù pesante, non risparmiandosi affatto sulla descrizione degli effetti di tale morbo, che lentamente ma inesorabilmente annienta vite. Dopo la strumentale “From The Abyss”, con le musiche composte dal sopra citato Luke Fortini, ecco “Bad Karma”, che dapprima sembra essere leggermente più docile. Così non è, perché dopo un intro leggero ecco che parte a razzo come il resto di questo “Into The Maelstrom”, con i potenti assoli. Come quello che introduce “Fall After Fall”, un brano più hard rock che heavy metal, ma comunque potente e graffiante, in linea col resto dell’album. “The Ride Of Heroes” è forse la traccia più melodica del disco, un po’ in stile Metallica, un po’ Iron Maiden, ma comunque inconfondibilmente HyperioN. Chiude il discorso la forsennata “Bridge Of Death”, che lancia questo “Into The Maelstrom” degli italiani HyperioN nell’affollato mondo heavy, con grinta e personalità notevoli.