Mettete insieme tre ragazzi di Vicenza, sintetizzatori e chitarre, il sound dei migliori anni 2000, e avrete come risultato i Cactus?. Già dal nome ci viene in mente l’immagine di qualcosa di spinoso fuori, apparentemente povero, ma che nasconde invece del gran bel succo. Il primo EP “Sorry For My Accent”, ha trovato consensi sia di pubblico che di critica. Soprattutto quando la Domino Records, casa di band internazionali quali gli Arctic Monkeys e i Franz Ferdinand, inserì “I Don’t Think It’s Good For You To Stop Smocking” in una delle sua playlist. Il titolo esplicativo dell’EP, “No People Party” bastava a presentare i Cactus?, band italiana che cerca di superare i confini nonostante il limite, più o meno risolvibile, della lingua diversa.
Perché i Cactus? hanno deciso infatti di cantare in inglese abbandonando la lingua natia in favore di un codice internazionale e a tutti riconoscibile. D’altronde in un mondo ormai connesso dal World Wide Web, attaccarsi strenuamente alla tradizione, pur non rinnegandola, servirebbe ben poco. Lo dimostra il fatto che nel 2017 decidono di caricare un pezzo su SoundCloud senza testo e senza voce. Bohdi, rapper di Denver, dall’altra parte del mondo, decide di inciderci sopra la voce. Ne esce “Amazing”, collaborazione che ha ottenuto un discreto successo anche e soprattutto grazie al videoclip spassoso che ha raccolto su YouTube più di centomila visualizzazioni in pochissimo tempo.
Mettete insieme tre ragazzi di Vicenza, sintetizzatori e chitarre, il sound dei migliori anni 2000, e avrete come risultato “No People Party” dei Cactus?.
Dopo queste esperienze, i Cactus? decidono di esordire con l’album “No People Party” uscito il 22 febbraio con Costello’s. Il sound tipico dell’indie rock inglese dei primi anni 2000 risuona ancora una volta ma con maggiore consapevolezza. Non si tratta di mera imitazione di band più blasonate come i The Strokes, Arctic Monkeys, o ancora i primissimi Bloc Party. Ma è evidente che la passione per questa corrente musicale e l’ascolto attentissimo del genere, sono andati a formare artisticamente i Cactus? tanto da entrare nelle loro corde in maniera naturale e spontanea. È chiaro fin da “Credits”, la prima traccia, che la capacità di composizione non è una qualità che manca ai tre vicentini.
La canzone procede su ritmi incalzanti ed è impossibile non farsi trascinare dalle chitarre frenetiche e dalla voglia di muoversi. “No People Party” ci trasporta così in una fortissima corrente dai sapori alternativi, mentre la seconda traccia “Late Night Noises” si abbandona a tendenze post punk. “Sam Battle” si differenzia per essere forse la traccia più originale dell’intero album, mentre “Shy Hearts Club” e “See Me Cry” appartengono a una sfera più malinconica e riflessiva. “No People Party” ha un sapore internazionale che si respira per tutta la durata, divenendo il grande pregio dei Cactus?. Un incontro tra il rock squisitamente british e il pop alternativo italiano che possa risollevare un panorama discografico in cerca di slanci e colori.
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CACTUS?
NO PEOPLE PARTY
22 febbraio 2019
Costello’s
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