La band Malus in una foto promozionale.
La band Malus in una foto promozionale.

I MALUS e le loro evasioni oniriche con SEXADELIC SHOOTING STAR

sexadelic shooting star malusVorremmo svegliarci altrove, probabilmente ai piedi di una spiaggia caraibica sorseggiando una piña colada, una meritata vacanza per smaltire la quarantena no? E invece ci alziamo ogni giorno e siamo nella nostra stanza, quattro mura per cui iniziamo a provare una specie di Sindrome di Stoccolma oggettificata. Vi dirò una cosa, per il tempo di questa lettura, siamo nel posto giusto. Lo sforzo di fantasia che ci viene richiesto, a questo punto, è giusto indirizzato a un’alterazione proprio di quello che ci circonda.

Una stanza rosa e pareti di cielo, soffitti stellati e sogni nebulosi, sono gli ambienti in cui “Sexadelic Shooting Star” ci trasporta vertiginosamente. L’album uscito il 4 aprile è il biglietto da visita di Malus, gruppo composto da Alex Donanzan (voce e chitarra), Davide Parolin (clarinetto, flauto, synth, cembalo, seconda voce), Franco Morosin (juno), Fabio Bordignon (basso), Gianluca Spagnolo (batteria). Attivi già dal 2013, ai tempi Malus Antler, lungo un processo di caratterizzazione che li ha portati fino a questo progetto. “Sexadelic Shooting Star” è un viaggio di otto tracce, una macchina del tempo in grado di portarci agli anni ’70 rimanendo seduti sul presente.

Se la malinconia avesse la forma di una nuvola fluorescente sarebbe la protagonista indiscussa di “Sexadelic Shooting Star”

Venature pinkfloydiane inconfondibili si annidano lungo il percorso, intrecciandosi con sfumature attuali che si ramificano verso nuovi sentieri. Tra i referimenti dei Malus, impliciti ed espliciti, non si può non citare la spensieratezza tipica di Mac DeMarco, o il jazz elegante dei Badbadnotgood, la psichedelia tra Tame Impala e Pond e la follia degli Unknown Mortal Orchestra. Confessano, i Malus, di avere proprio questi riferimenti percepibili con lo slancio però della ricerca di una nota distintiva che si possa posare sulla loro unica identità. E così è: l’appartenenza non è mancanza di originalità.

Se la malinconia avesse la forma di una nuvola fluorescente sarebbe la protagonista indiscussa di questo album. E la malinconia si sa, è un misto di dolore e piacere, un lago tra i quali abissi sprofondare dolcemente, nelle note ovattate dei sogni più intimi. È innegabile infatti, che tutto questo rosa, il fumo, il letto, ci annebbino il cervello con aromi afrodisiaci e desideri…sexadelici! Un ottimo antidoto liquido alla quarantena.

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