Quattro sfumature di funk in “Crown of Shyness”, EP di esordio dei The Perfect Tree
L’inglese dei testi ha una metrica fantasiosa rispetto alle melodia. Ad ogni modo, l’ermetismo è la loro strada anche dal punto di vista verbale. L’armonia stratificata di mondi lontanissimi fa il paio con liriche profondamente ambivalenti. Enigmi affidati all’ascoltatore. Emiliano Aimone ha un timbro cangiante un’estensione notevole. Riesce a tirare e approfondire la vocalizzazione seguendo spleen sempre diversi. In “Don’t forget to be (the way you are)” e in “Megera” strizzano con maestria l’occhio al rythm and blues, senza ignorare tentazioni caraibiche. D’altronde, è estate per tutti. Resta insopprimibile, sotto la spessa coltre di riff ballabili, l’amore per gli anni ’80 di Peter Gabriel e Sting. In “Resurrection Man” virano bruscamente verso il post-rock, incastrando con successo sfumature noise in un’architettura sonora tanto aliena quanto inospitale. Così “Crown of Shyness” mostra un altro interessante snodo della composizione internazionale dei The Perfect Tree.