Si tratta di uno scambio energetico tra quelli che potremmo definire talenti del “passato”, come i Subsonica o Elisa, e quelli che cavalcano l’onda moderna, come Fast Animals And Slow Kids, Willie Peyote e Coma Cose, giusto per fare qualche nome. Ogni traccia ha quel sound che ci piace tanto e che i Subsnica ci hanno insegnato ad apprezzare. Si tratta di un lavoro complesso e studiato che merita di essere ascoltato secondo per secondo, alla scoperta di ogni sfaccettatura.
I subsonica sono stati in grado di unire il sound degli anni ’90 e ’00 a quello moderno, senza perdere di classe e originalità
14 tracce sono tante, davvero, soprattutto considerato che raramente le tracce stanno sotto i 4 minuti, e se fosse un album canonico, dovrebbe essere davvero un capolavoro per far arrivare l’ascoltatore fino in fondo. Invece in questo caso i Subsonica hanno unito il moderno al rétro. In che senso? In un’era in cui l’album va sempre più verso l’estinzione, dando spazio a singoli e musica in pillole, i Subsonica hanno deciso di comporre un album per tutti. Ogni brano è un singolo e non c’è brano che non possa trovare l’approvazione dell’ascoltatore.
Si passa da ritmi pop leggeri a ritmi serrati adatti al rap. Beat digitali e suoni analogici miscelati in un unico grande suono che ha le perfette caratteristiche dei Subsonica ma allo stesso tempo si sintonizza con un sound più moderno. Basti pensare alla differenza tra “Aurora sogna” con i Coma Cose, “Il mio Dj” con Achille Lauro (che ricorda quasi “Kill the Dj” dei Green Day) e “Albe Meccaniche” con i Fast Animals and Slow Kids che sfocia quasi nell’alternative metal nei ritornelli.
Insomma, partendo da un ascolto del disco con davvero poche pretese, non mi aspettavo minimamente (anche se fan dei Subsonica) un lavoro di tale portata. I Subsonica hanno fatto centro con un minestrone cucinato davvero bene. Giusti gli ingredienti e giuste le dosi che fanno di “Microchip Temporale” un ottimo metro di misura della musica e della discografia attuale.