dell’aristocrazia inglese del XVIII secolo. Nella sfavillante corte di Anna di Gran Bretagna
(Olivia Colman), tra feste, pettegolezzi, partite di tiro a volo, e con una guerra in corso,
la favorita della regina, Sarah Churchill (Rachel Weisz), detiene subdolamente il vero
potere. La Regina Anna, oltre ad essere profondamente malata fisicamente ed
emotivamente, non riesce a prendere nessun tipo di decisione regale senza l’aiuto della
sua assistente/confidente, comportandosi il più delle volte in maniera infantile. Ma a
turbare le dinamiche delle due arriverà la cugina di Sarah, Abgail (Emma Stone), una
giovane e aitante ragazza con una famiglia in declino alle spalle, costretta inizialmente
a lavorare a palazzo come serva.
Il trittico Olivia Colman – Rachel Weisz – Emma Stone, riesce a funzionare più che bene, anche in vista del diverso background e stile recitativo delle tre attrici, divenendo il punto di forza maggiore del film di Yorgos Lanthimos.
Queste tre donne, con il loro rapporti sempre borderline tra il consueto e il perverso
molto cari al regista, costituiscono il vero epicentro funzionale di tutto il film. Yorgos Lanthimos, però, trovandosi per la prima volta davanti ad una sceneggiatura non firmata
da sé e dal suo fidato collaboratore, Efthymis Filippou, verte su un registro nuovo,
tanto visivo quanto di tono. Già dallo scorso film, “Il Sacrificio del Cervo Sacro”, si è visto
come la rappresentazione della violenza, e dei suoi relativi disagi, sia divenuta una
questione resa e suggerita dall’atmosfera della pellicola. La fotografia, così
curata da apparire asettica e fredda, si contrappone a una recitazione priva di
emozionalità e pathos, che ha sempre contraddistinto i suoi film dagli esordi nella Greek
Weird Wave. Con “La Favorita” (The Favourite), oltre ad entrare nella storia, con delle ambientazioni
che ricordano il Peter Greenaway de “I Misteri del giardino di Compton House” del 1982,
Yorgos Lanthimos preferisce quasi non mostrare le azioni turpi, ma solamente gli effetti sulle
sue tre protagoniste.
“La Favorita” sarà un film che rimarrà un protagonista assoluto di questa edizione del festival, ma che potrà lasciare con l’amaro in bocca i fan più fedeli del regista greco.
Il trittico Olivia Colman – Rachel Weisz – Emma Stone, riesce a funzionare più che bene, anche in vista del diverso background e stile recitativo delle tre attrici, divenendo il punto di forza
maggiore del film. Quello che non convince appieno è la decisione da parte di
Yorgos Lanthimos di stemperare la sua poetica oramai ben consolidata, fatta di retroscena
aridi e osceni, presentandoli in modo celato e suggerito, invece di spiazzare con
crudezza e impatto lo spettatore. Si potrebbe parlare di evoluzione autoriale o di
semplici scelte produttive imposte, sta di fatto, che “La Favorita” sarà un
film che rimarrà un protagonista assoluto di questa edizione del festival, ma che potrà
lasciare con l’amaro in bocca i fan più fedeli alla prima produzione della filmografia del
regista greco. Durante la conferenza stampa, lui stesso ha più volte voluto mettere
l’accento sul fatto che non si trattasse di una sua sceneggiatura originale, un modo
per suggerirci, forse, che i suoi film da ricordare sono altri.