“Europe” è un album vario, che cattura grazie al carisma di Russo Amorale e a una notevole cura del comparto strumentale
“Qui s’y frotte s’y pique”, dichiarazione d’amore alla città francese di Nancy, rallenta il ritmo per una traccia che si trascina più stanca. Non così il crescendo di “Europe”, brano in francese dall’impianto strumentale sontuoso che permette all’autore di sfoggiare il suo perfetto bilinguismo. “Acque Torbide” è un racconto ironico della quotidianità, servito da un riff semplice ma ben tornito dagli strumenti di supporto. Sulla scia di questo riff si sviluppa “Galileo”, che usa lo scienziato rinascimentale per parlare di un corteggiamento. Se la malinconica “Ma l’amor mio non muore” rischia di portare i nostri livelli di glicemia a livelli di pericolo, “Alberto Neri” è una traccia più atipica, che racconta la vita (immaginaria?) di un uomo che sembra uscito da un romanzo di Calvino.
A tratti ironico, a tratti struggente, si tratta di un lavoro cantautoriale solido, che tocca corde diverse in modo credibile
Con “I ritorni” riaffiora forte la tematica dell’esotismo, che sostiene un’ottima traccia dal ritmo sostenuto. Come in altri brani, l’istrionismo del cantato di Russo Amorale fa un ottimo lavoro nel dare personalità e carattere alle sue scorribande sonore. La traccia finale, “Le mie vele”, avanza emozionata ed emozionante verso la via del ritorno, complice un comparto strumentale anche qui si dimostra maturo, articolato e soddisfacente. Non rimane che la quadratura del cerchio: la traccia bonus finale altro non è che “Wildfire”, nella sua versione originale, cantata in inglese. Per concludere, “Europe” è un lavoro cantautoriale estremamente solido, che accusa fatica solo con qualche traccia più stanca, ma mantiene un livello di qualità davvero alto durante tutto il tragitto. Consigliato a chiunque piaccia la musica cantautoriale fatta bene.