Renato Zero in occasione del concerto di Campovolo - Reggio Emilia
Renato Zero in occasione del concerto di Campovolo - Reggio Emilia

La poesia di RENATO ZERO, “da alunno e amico”, a ENNIO MORRICONE

La notizia della morte di Ennio Morricone ha scosso pesantemente il mondo musicale. Tanti gli artisti che hanno salutato il Maestro con parole di rispetto e profonda ammirazione per “l’artista che ha reso squillante l’Italia nel mondo”. Tra questi, c’è anche Renato Zero. Il cantautore trasteverino ha voluto dedicare un omaggio particolare al compositore, scrivendo di proprio pugno una poesia in dialetto romano.

La poesia è stata postata su Facebook insieme a una foto che ritrae proprio Renato Zero ed Ennio Morricone. In sottofondo, le note di “Pura luce”, contenuta nell’album “La curva dell’angelo” del 2001. Non è un caso che il cantante abbia scelto proprio quel brano ad accompagnare il post. Gli archi del brano, infatti, sono stati diretti proprio dal Maestro Ennio Morricone.

Una dedica sicuramente de còre, che “l’alunno e amico” Renato Zero ha voluto rivolgere a uno dei più grandi compositori del ‘900. Un saluto che si aggiunge a quello di tanti altri artisti: da Morgan a Vasco Rossi, da Hans Zimmer ai Metallica passando per i Muse. Ennio Morricone è stato una fonte di ispirazione continua. Magari aveva un po’ lo sguardo severo, ma la sua musica lasciava intendere perfettamente l’amore infuso in ogni nota. E quella musica resterà per sempre.

La poesia di Renato Zero a Ennio Morricone

«Ennio che nun sei artro.

Che artro qui nun ce serve…

Pe dì che abbasti ar monno.

Che tu servi alla gente.

Je smovi l’interiora.

Je scombussoli er core.

Li fai senti importanti.

Je scateni l’amore…

Ennio che nun s’arresta

Ch’è ‘n fiume sempre in piena.

So partiture scritte

da un’anima assai pura

Tu fijo de na Roma

che soffre ma non trema

Spavalda e compagnona

tra un vaffa e ‘na preghiera.

Ennio che nun te pieghi

Che non te fai fregà

Perché hai avuto in dote

er genio e la sincerità!»

Al Maestro Ennio Morricone,

dall’alunno e amico Renato Zero

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