Mr.DEADLY one BAD man
Il progetto Mr.DEADLY one BAD man nasce nel 2015. Daniele, già batterista dei GENTLEMENS, dà vita a questo progetto innamorato del Blues, spinto dall’attitudine solitaria e Rock’n’roll.

MR. DEADLY ONE BAD MAN: “Il mio sogno è vivere di musica e per la musica”

Ciao Daniele Fioretti, benvenuto su Music.it! Non amando troppo gli schemi, iniziamo questa intervista chiedendoti di raccontarci un simpatico aneddoto riguardante la tua carriera.

In realtà non credo di avere simpatici aneddoti da raccontare o forse non li ricordo. È simpatico quando dicono: “ma da solo tutto sto casino fai?”

Partendo da co-fondatore della band The Gentlemens, come nasce l’esigenza di staccarti e dar vita al progetto Mr. Deadly One Bad Man?

Assolutamente no, non mi sono staccato dai The Gentlemens, loro sono una parte fondamentale di me del mio essere. Forse il mio progetto solista ha rafforzato me nella band e viceversa. Mi spiego,
suonare soli insegna molto su come stare sul palco, come affrontare l’organizzazione e tante altre cose che poi ho riversato nella band, come il confronto e la sperimentazione con altre persone nel suonare fa maturare e me lo sono portato in Mr. Deadly One Bad Man. Questo progetto nasce semplicemente perché io suonavo la chitarra, poi sono passato alla batteria e avendo tutto lì in sala prove mi andava di concretizzare un po’ di cose e da lì è nata l’idea di farlo, appunto, come one man band.

Pochi mesi fa è uscito il tuo album d’esordio, contenente otto brani inediti, dal titolo “Breakdown”. Come sta rispondendo il pubblico al tuo progetto solista?

Il primo giro di live che ho fatto con “Breakdown” è stato molto positivo. Ora, ad anno nuovo me lo porterò a spasso per un altro po’ tra Francia, Svizzera, Belgio ed altre località a cui sto ancora lavorando e vedremo come sarà recepito anche fuori dall’Italia.

Dall’Orphan Studio di Livorno allo Snake Studio di Roma, raccontaci questi tre anni di registrazioni per arrivare a “Breakdown”.

Come lo spiego? Non era mia intenzione registrare l’album come Mr. Deadly One Bad Man in 3 anni. Ero arrivato ad un punto nel 2016 che sentivo l’esigenza di fissare quella se pur poca esperienza sonora e di vita monobanda ed andai dai cari amici livornesi e registrai delle tracce mixate e masterizzate ma rimasero in quel famoso cassetto. Terminato un mio live a Roma, tra il pubblico, due dei miei più cari amici mi dissero: “Danié devi fa un disco, alla produzione ce pensamo noi”. Loro sono i “BOSS” delle due etichette che mi supportano: Skronk Records e Dead Music Roma. Poi nel 2018 ho prenotato allo Snake Studio e registrato altre tracce, finalizzato tutto ed ora ve lo dovete anche ascoltare.

Nel disco ci racconti della tua vita e dei tuoi sogni. Tra tutti i desideri, quale ti preme di più realizzare?

Fondamentale ad ora di sogno ne ho solo uno ed è quello di poter vivere con la musica per la musica… per molti è scontato e ce la fanno, per me non lo è affatto e sto lavorando per far sì che questo sogno si avveri e come voglio io. Poi anche una moto ed un Fender Rhodes li sogno sempre.

È complesso racchiudere Mr. Deadly One Bad Man tra le strette pareti di un genere musicale, ma tu ti senti più rocker o più bluesman?

Mi piace “complesso racchiudermi tra le strette pareti di un genere”. Odio le etichette, amo conoscere! Sono curioso ed umile, sempre pronto a mettermi in discussione e desideroso di fare e fare bene… amo il blues, il rock ma in generale amo la musica quella bella. Se proprio volete trovarmi un settore che non sia troppo stretto sappiate che soffro i posti stretti ed affollati, ma fate voi! (Ride, ndr)

Hai pubblicato il tuo debut album su vinile, più orientato sul fascino del vintage, ma siamo in tempi in cui l’utilizzo di Internet è quasi indispensabile. Cosa ne pensi dei social network come strumento di pubblicità e condivisione?

I social network fanno parte della nostra vita e della società moderna e potremmo fare una discussione infinita a riguardo. Posso dirvi che io li uso come strumento di lavoro, quindi per divulgare ciò che faccio con Mr. Deadly One Bad Man e con The Gentlemens e per entrare in contatto con professionisti del settore (label, booking, management, press), ed instaurare collaborazioni e talvolta dal professionale, nascono rapporti personali meravigliosi. Sicuro non vi mostro cosa mangio a pranzo o dove sono in vacanza.

Se non fossi riuscito a ritagliarti un posto nel mondo della musica, cosa ti sarebbe piaciuto fare nella vita?

Sarò molto sincero e diretto. Niente avrei voluto fare, niente se non viaggiare, vedere posti nuovi, esplorare nuove culture, andare a mostre e concerti, iniziare a leggere in modo costruttivo ed assiduo.

Cosa ne pensi dell’attuale panorama musicale italiano? Pare ci sia molto fermento, e tanti giovani artisti che si stanno facendo strada sempre di più.

Giro molto e conosco sempre più band o artisti a livello underground. Noto che anche ai livelli superiori c’è un gran movimento. Sicuro alcune cose di quelle (definiamole mainstream) non mi piacciono, di altre ne posso apprezzare la produzione o la serietà nel lavoro, ma sicuro non perderò neanche un minuto a scrivere un post ironico sullo scioglimento dei Thegiornalisti. Secondo me molti di noi del circuito underground ci sentiamo troppo fighi tanto da diventare presuntuosi ed arroganti. Invece di investire del tempo nel fare le nostre cose, scriviamo cazzate su altri per qualche like e poi siamo gli stessi a dire che a noi dei social non ce frega un cazzo. Poi ci sono artisti davvero Artisti nell’underground italiano che si fanno il mazzo suonando tanto. In Italia abbiamo delle band e degli artisti singolo davvero incredibili.

Le nostre domande sono terminate, ti salutiamo e ringraziamo per averci concesso un po’ del tuo tempo. Lascio a te lo spazio per aggiungere ciò che vuoi e, magari, per fare un saluto ai tuoi fan e alle persone che seguono Music.it.

Dico una cosa che spesso dico in chiusura dei concerti: uscite, conoscete gente, informatevi, ascoltate dischi, leggete libri, aprite la mente, sostenete le sottoculture, odiate il fascismo, amate il Rock’n’Roll!

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