Il tono multiforme di “Bruto Minore” è evocativo ed efficace
Da malvagio attentatore a estremo difensore della libertà, il passo non fu breve, ma il tragico eroismo del personaggio colpì lo stesso Giacomo Leopardi, che gli dedicò uno dei suoi Canti, a mio modesto avviso uno dei più grandi e universali. Proprio da questa opera prende le mosse la traccia che taglia in due l’album. L’ incedere epico di “Bruto Minore” possiede una scintilla di quel sound sublime e crepuscolare che rese famosa “Orion” dei Metallica. Ma l’album non si regge solo sulla luce riflessa di questa gemma. Si tratta in realtà di un lavoro che varia le suggestioni di canzone in canzone. “Oregon” è una canzone che, nonostante la tonalità (come l’album, “minore”) riesce a trasmettere la solarità di un viaggio in terra straniera.
Un album vario, che sa mostrare emozioni e visioni senza usare parole
La lenta e militaresca “Ambush” ha quasi un tono western. Sembra raccontare un appostamento di soldati nella frontiera americana, fatto di attesa che si fa insostenibile (complice il tocco leggero della batteria). La cover di “Tuvan Internationale” degli Huun-Huur-Tu, inno dei comunisti Tuvan, il cui suono sciamanico riecheggia alla fine di “Bruto Minore”, è il preludio alla canzone finale, “Bryson”, che ritorna sulle sonorità “minori” e notturne della title track. Per concludere, “Bruto Minore” è un album vario, pensato in modo intelligente ed evocativo, che sa comunicare emozioni e visioni senza parlare. Lo consiglio particolarmente a chi ama gli album di colonne sonore, gli album progressive rock, o semplicemente i lavori ben fatti.