Un robusto epic metal venato di growl forma la base espressiva dei Valar Morghulis
Un po’, per capirci, come avviene nella musica degli Ensiferum, ma con una batteria meno martellante e un cantato più morbido e gothic metal, affidato alla voce di Isobelle. Le tematiche di “Fields of Ashes”, ancora una volta, sono quelle tipiche dell’epic metal. D’altronde, già le parole Valar Morghulis, “Ogni uomo deve morire” tratte dai romanzi di George R. R. Martin, lasciavano pochi dubbi a riguardo. Canzoni che parlano di battaglie – “A Love and Battle Song”, “Broken Eagle”, “To The Walls” – si accompagnano a tracce a sfondo mitico/soprannaturale – “Queen of Hades”, “Where the Blackfish Dwell”. La predilezione della band per la cupezza viene poi messa in risalto da “Darvulia”, dedicata alla perfida aiutante della Contessa Bathory, e in “Dreadfort”, canzone da cui è nato lo stesso progetto e unico brano ispirato a “Game of Thrones”.
Nonostante qualche sbavatura, “Fields of Ashes” è un buon inizio per la band milanese
Momenti di stanca si ravvisano in sequenze melodiche ma non del tutto incisive (“Devil’s Dream”). Queste, a volte, spezzano il ritmo dell’album senza aggiungere un pathos adeguato a giustificarle. Forse non guasterebbe premere di più sull’acceleratore, o, al contrario, appesantire e rallentare. Qualunque sia la strada dei Valar Morghulis, spero che, al contrario degli assassini senza volto da cui prendono ispirazione, la cui tensione è sparire e annullarsi, essi riescano a imprimere sempre di più la loro essenza nella musica che fanno. Su questo, la loro prima impresa sembra promettere bene. Li consiglio ai fan degli Ensiferum, del gothic e dell’epica growlata in generale.