Il fisarmonicista Pietro Roffi in uno scatto promozionale.
Il fisarmonicista Pietro Roffi in uno scatto promozionale.

Il favoloso viaggio di PIETRO ROFFI dal 1999

C’è un momento nel lungo viaggio della vita in cui tutto si ferma, si calma, per dare il tempo e lo spazio di voltarsi indietro. Quello è il momento in cui capiamo chi siamo, rendendoci finalmente conto della strada percorsa, dei sacrifici e delle rinunce. In quel preciso istante di fulminea lucidità uscirà una lacrima, una goccia salata che corre lungo il viso, la stessa che accarezza, consola e purifica.

Di questa lacrima Pietro Roffi ne ha saputo cogliere ogni movimento, ogni passo fatto in compagnia della sua fisarmonica, un viaggio iniziato nel “1999”. Per guardarsi indietro ci vuole coraggio, quel pizzico di follia che annulla la malinconia, per poter rivivere momenti che avremo voluto non finissero mai.

Pietro Roffi a vent’anni dall’inizio del suo percorso artistico pubblica “1999”, il primo album come compositore nella sua discografia; è in questo modo che rende eterno quel preciso attimo del passato. Mettetevi le cuffie, chiudete gli occhi e, come per magia, vi ritroverete in una stanza buia dove solo un raggio di luce illumina il vostro volto, siete tornati bambini.

Pietro Roffi ha saputo cogliere e rendere eterno ogni passo fatto in compagnia della sua fisarmonica, un viaggio iniziato nel “1999”

Inizierete così a girare su voi stessi, a ripercorrere la vostra infanzia, i primi passi, le prime cadute e le ginocchia sbucciate. Vi vedrete crescere e vi sentirete più forti: “1999” è un disco in cui l’ascoltatore non può fare altro che immedesimarsi. Pietro Roffi ha saputo raccontare la favolosa storia della sua vita con la musica, o meglio, con il suo inseparabile strumento; una storia fatta di addii, di pensieri ossessivi, frenetici, ma anche sereni e rassicuranti.

È così che all’incantevole, spensierato e fiabesco brano che apre l’album “Blue Rio”, fa seguito l’energetica e ossessiva “Danse Chronique” o la nervosa e caleidoscopica “Hysteria”. L’artista sceglie la strada dell’elettronica, infatti questo album segna l’era postmoderna della fisarmonica, dando un nuovo carattere allo strumento per eccellenza del folklore musicale. Importante per la creazione dell’atmosfera favolosa del disco sono le influenze della musica da film.

La musica di Pietro Roffi sa cogliere e descrivere ogni minima sfumatura delle emozioni, sa ricreare quella sensazione passata e restituirla nel presente, con una leggera nota di nostalgia. Poeta, pittore e cantastorie, ricco di verve e di raffinata delicatezza, incisivo, deciso e meravigliosamente leggero.

Pietro Roffi ha saputo raccontare la favolosa storia della sua vita con la musica, o meglio, con il suo inseparabile strumento

In “1999” il passato e il futuro si fondono in una danza ondeggiante e appassionata, dove il ricordo lascia il posto alle speranze, una lacrima scorre e le gocce si dividono: il cambiamento è dentro di noi. Con questo album Pietro Roffi non vuole chiudere con il passato, piuttosto desidera farne un solido punto di partenza per poter ripartire e volare ancora più in alto. Perché, in fondo, l’importante è la strada percorsa e non l’arrivo.

Pietro Roffi conclude il suo racconto con un interrogativo «Is there a place in your heart?», «C’è un posto nel tuo cuore?», domanda che ognuno di noi, fermandosi per un momento, dovrebbe porsi; allora prendetevi del tempo, ascoltate “1999” e scoprirete quel bambino che è ancora in voi, che vuole correre, giocare e con il cuore ancora colmo di gioia.

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