Simone Balestro e Guido Penta sono i MolaMola
Simone Balestro e Guido Penta sono i MolaMola

OCEANHOPE dei MOLAMOLA è il loro primo viaggio onirico, luminoso e ossessivo

Cover di "OceanHope" dei MolaMola
Cover di “OceanHope” dei MolaMola

I MolaMola, duo electro/post-rock romano, presentano “OceanHope”, loro primo lavoro in studio completamente autoprodotto. Questo disco attinge a piene mani da queste sonorità a metà tra l’electro/post-rock e la synthwave. Porta alla luce un mondo onirico, fatto di suoni “plastici”, atmosfere soffuse e una grande eleganza compositiva e concettuale. Uno alla volta, questi dieci brani riescono a far perdere l’ascoltatore tra le pieghe di un universo luminoso, fatto di timbri chiari, di ritmiche ossessive e una sorta di positività che pervade e rischiara tutta la stanza.

Bisogna dire che i MolaMola hanno un buon gusto per la scelta dei suoni. “OceanHope” è un disco raffinato e molto ricercato, che sicuramente riuscirà a conquistare anche l’ascoltatore più esigente. La band ha ricercato un sound minuzioso, analizzando ogni singolo dettaglio in fase produttiva. Questa perizia sonora è sicuramente un punto a favore per una band, soprattutto se si sceglie un genere relativamente complicato, per palati fini se vogliamo, adatto forse più a una colonna sonora piuttosto che a un disco d’esordio.

MolaMola esprimono tutto il loro gusto compositivo con “OceanHope”

Diciamo la verità, i MolaMola hanno saputo fare bene i compiti a casa, confezionando un disco che è in grado di emozionare e affascinare l’ascoltatore. “OceanHope” è una grande opera prima che inserisce questa band tra le realtà musicali da tenere d’occhio per il futuro. Ascoltare questo lavoro non è solo piacevole, ma è un viaggio vero e proprio dentro la testa di questo duo e dentro tutta la loro incredibile creatività che sembra non avere confini.

La cosa bella di questo lavoro è che a ogni nuovo ascolto emerge un qualcosa, una sfumatura sonora, che prima era passata inosservata ma che, di colpo, sembra fare la differenza nel brano. Se dovessimo trovare dei contro a “OceanHope”, si potrebbe dire che forse siamo davanti a un lavoro un po’ ridondante: i brani sono piuttosto lunghi e i MolaMola perdono di creatività sugli intermezzi, peccando di ripetitività .

“OceanHope” dei MolaMola colpisce per i minuziosi dettagli sonori

Ovviamente con un genere così, oltretutto strumentale, non è facile trovare elementi in grado di variare per quei quattro o cinque minuti di brano. Spesso, infatti, si ricorre a loop station o a musicisti addizionali, ma comunque è solo un sottigliezza da valutare per i prossimi dischi. “OceanHope” è un bel disco in cui c’è qualcosa da rivedere. Ma per essere la prima fatica in studio dei MolaMola e per essere completamente autoprodotto, rimane un prodotto decisamente sopra la media. Il disco suona molto bene, è interessante e ha parecchi spunti creativi davvero intriganti e ben realizzati. Questo è quello che conta. Il resto verrà affinato durante i live e nei prossimi dischi.

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