Janis Joplin, foto di repertorio
Janis Joplin, foto di repertorio

PATTI SMITH narra la storia di PEARL di JANIS JOPLIN, che compie 50 anni

La copertina di “Pearl”, l’ultimo album in studio di Janis Joplin, è sicuramente il modo in cui la maggior parte di noi la ricorda. La maledizione dei 27 ha colpito la cantautrice poco prima che il disco riuscisse a vedere la luce. Svaniti gli anni ’60 all’orizzonte, dietro si son portati quella che probabilmente è stata la voce più inestimabile del soul. Era il 4 ottobre 1970 quando Janis Joplin venne ritrovata senza vita nella stanza del Landmark Motor Hotel di Los Angeles, al 7047 di Franklin Avenue di Hollywood. L’overdose da eroina ha messo un punto alla sua vita. Eppure l’ultimo ricordo di Janis Joplin è proprio lo scatto confluito in “Pearl”: sorridente, con ciò che resta del fallimento della rivoluzione culturale del ’60 impresso nell’outfit.

Viene direttamente da “Just kids” di Patti Smith la spiegazione del titolo dell’ultimo album di Janis Joplin. La rocker pubblicò un romanzo che parlava, tra le altre cose, della sua amicizia con la cantante scomparsa da poco. Insomma, per soddisfare la curiosità di come vivessero gli artisti di quel periodo d’oro della musica, non ha che da leggere “Just kids”. Sembra che la scenografia prediletta della maggior parte degli eventi fosse il Chelsea Hotel di Manhatthan. L’albergo nel quartiere più in della Grande Mela ha ospitato personaggi del calibro di Bob Dylan e Leonard Cohen. Anche Patti Smith passarono lì qualche serata.

Il titolo dell’ultimo album in studio di Janis Joplin narrata da Patti Smith:

«Janis trascorse gran parte della festa in compagnia di un bel ragazzo che le piaceva, ma poco prima dell’orario di chiusura il tizio se la svignò con una delle sue leccapiedi più carine. Janis ne fu sconvolta. “Capita sempre a me, amico. Un’altra notte da sola”, singhiozzava sulla spalla di Bobby. Bobby mi chiese di portarla al Chelsea e di tenerla d’occhio. Io riportai Janis in camera sua e le feci compagnia mentre si lagnava della malasorte. Prima di andarmene le dissi di aver scritto una canzone per lei, e gliela cantai. Janis Disse: “Quella sono io, amica. È la mia canzone”. Quando feci per andarmene si guardò allo specchio, e sistemò i boa di piume. “Come ti sembro amica?”. ‘Una perla’, le risposi. “Una perla di ragazza”».

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