Il Presidente degli States Donald Trump non è mai stato popolarissimo. La pandemia causata dal coronavirus non ha fatto che aumentare il malcontento generale. Insomma, 40 milioni di disoccupati con la scarsa assistenza sociale del sistema americano, ha reso gli USA una vera e propria polveriera. Ma gli artisti non l’hanno mai visto di buon occhio. Elton John, Steve Tyler, Neil Young, Eddie Vedder, Brian May: la lista potrebbe continuare. Anche dal Belpaese non sono mancate prese di posizione ufficiali contro la politica del tycoon. Bobo Rondelli l’aveva addirittura scritta nella sua autobiografia, “Cos’hai da guardare”. Vasco Rossi l’ha resa ‘socialmente’ pubblica proprio ieri, grazie ad un post su Instagram.
Ecco l’estratto di Bobo Rondelli che sta facendo il giro di Instagram dal profilo di Vasco Rossi
«Guardo Trump, con quella faccia cerrona e il capello tinto alla Flinstones, un vecchio senza dignità che balla il rock’n’roll gonfio di mangime come un maiale, che becera “l’America agli americani e fuori i messicani”. E pensare che mio nonno paterno parti per lavorare in America, in miniera, curvo 16 ore al giorno, e poi morì soffocato dalla silicosi. Sfruttato dai padroni americani, sotto terra come una bestia, e così non ho mai avuto modo di incontrarlo, mi è stato portato via»
«[…] Dopo 10 anni di lavoro era tornato in Italia e poi aveva deciso di ripartire, ma al secondo viaggio, dopo altri 40 giorni di permanenza nell’isola, era stato respinto per via della silicosi, con l’invito a tornarsene a morire a casa propria e la benedizione della Statua della Libertà. Da questa storia, scritta sul mio sangue, sento che niente è cambiato. Uomini e donne ridotti a bestie affamate sono costretti a fuggire dei loro luoghi per fare arricchire paesi in continuo sfrenato sviluppo, per alimentare i loro porci profitti»
Citando Bobo Rondelli, Vasco Rossi si schiera contro il razzismo di Trump
Uscito a luglio dello scorso anno, in tempi poco sospetti, “Cos’hai da guardare” di Roberto Rondelli sembra rispecchiare lo spirito dell’artista. In questo caso, coincide a pieno con il carattere di Vasco Rossi. Chissà se dietro la scelta di citare la storia degli avi del cantautore toscano non ci sia la volontà di sensibilizzare un certo pubblico. Insomma, la platea che sta tentando di ridurre la questione razziale degli Stati Uniti a intolleranza per la povertà, trasversale al colore della pelle. Per cui #blacklivesmatter non sarà mai riducibile a #alllivesmatter. Se è vero che tutte le vite sono importanti, per i ‘porci profitti’ alcune lo sono meno di altre.