La band vicentina Polar For The Masses in uno scatto promozionale.
La band vicentina Polar For The Masses in uno scatto promozionale.

POLAR FOR THE MASSES: “Siamo un essere che vive attraverso la nostra voglia di espressione”

Polar For The Masses benvenuti su Music.it! Iniziamo subito. Raccontateci un vostro ricordo: che sia il più divertente e imbarazzante aneddoto della vostra vita artistica!

Eravamo in Spagna, era il 2011, ed erano previste 3 date: Madrid, Granada e Siviglia. Il promoter che organizzò il tour era un tipo strano e capimmo subito che il tour sarebbe stato folle. Ricordiamo che da Granada, tramite un suo amico, ci organizzò il trasporto a Siviglia; durante il viaggio il conducente era costantemente al telefono ma noi non capivamo perché. Alle 21 ci porta davanti al locale dove era previsto il sound-check e poi il concerto. In quel momento capimmo che il locale non esisteva, era stato chiuso da qualche settimana. Ci trovammo in questa situazione paradossale, con uno sconosciuto imbarazzato per l’accaduto e noi visibilmente incazzati per la situazione. Per dare un senso alla serata siamo entrati nel primo localino che abbiamo trovato e abbiamo speso tutto il cachet delle date precedenti in alcol e ci siamo ritrovati sbronzi a Siviglia senza sapere come ritornare in Italia.

La domanda nasce spontanea: quale storia si nasconde dietro la scelta del vostro nome?

Molto semplicemente tutti abbiamo avuto per una strana coincidenza una macchina svedese che si chiama POLAR.

Attivi dal 2006: chi erano i Polar For The Masses al loro primo incontro e chi sono oggi?

Abbiamo avuto un percorso strano: fin da subito siamo sempre stati consapevoli che volevamo un suono ruvido, sporco e poco italianizzato. I primi tre album cantati in inglese ci hanno dato la possibilità di andare oltre le Alpi per diversi tour; poi all’improvviso, come per esigenza, ci siamo messi a comporre in italiano e abbiamo realizzato altri 3 album. Oggi siamo tre individui che sanno comporre e i Polar For The Masses non sono una band, ma un concetto, un essere che vive attraverso la nostra voglia di espressione, è un’idea che portiamo avanti da ben 13 anni.

Approccio cantautorale unito alla botta del rock e alla sporcizia del punk. Quali sono le band che più hanno ispirato il vostro percorso artistico?

Ogni uno di noi ha un background completamente diverso quindi molto probabilmente ed inevitabilmente è il mix di quello che siamo. L’approccio cantautorale deriva dal fatto che tutti e tre scriviamo canzoni anche con altri progetti e per forza di cose viene sempre fuori questo aspetto, raccontiamo noi stessi.

“Sono poco intelligente” è la dimostrazione che siete veramente una voce fuori dal coro e con una gran voglia di farvi sentire. Quale messaggio volete far arrivare con il vostro nuovo singolo?

Ci piace molto provocare. “Sono poco intelligente” è un modo come un altro per dire che siamo fuori dagli schemi e dalle mode, qualsiasi esse siano. Raccontiamo la nostra vita, il nostro quotidiano fatto di paradossi e proprio per questo assurdo.

Ci ha molto incuriositi il videoclip di “Sono poco intelligente”. Perché girare un intero videoclip in bagno? Vi sarete divertiti moltissimo!

È stato il video dove ci siamo divertiti di più in assoluto, è stato un vero spasso! L’idea è nata perché avevamo bisogno di un video in poco tempo e tutte le location pensate non ci sembravano adatte; così davanti ad una birra con un nostro caro amico Davide Cagnes – fotografo e videomaker – ci siamo immaginati una band che suona dentro ad un bagno. A quel punto avevamo l’idea, ma mancava un bagno sufficientemente spazioso, cosi Davide Cagnes ci propose il suo bagno e il video fu fatto!

Siete stati una delle prime indie rock band italiane di nuova generazione. Cosa ne pensate dell’attuale panorama musicale italiano indie e non?

Sì, è vero, siamo stati una delle prime indie rock band. Da quando abbiamo iniziato ad oggi sono passati tredici anni e siamo sopravvissuti a tutti i cambiamenti del mercato discografico; ci riteniamo fortunati e consapevoli del nostro percorso. Oggi il panorama musicale italiano è molto frammentato, è diverso rispetto a dieci anni fa; ci sono cose buone e cose meno buone, ci sono fenomeni che durano due, tre o quattro anni e poi spariscono e poi ci siamo noi ancora qui a far baccano.

Progetti per il futuro? Cosa bolle in pentola?

Per ora nulla di particolare, ma sappiamo di aver ancora tanta voglia di sperimentare e di raccontare.

Quando potremmo vedervi live?

Abbiamo avuto un live pre tour il 29 Novembre nella nostra città Vicenza, poi da gennaio 2020 saremo in giro per l’Italia grazie a IndieBox.

Polar For The Masses, siamo giunti al momento dei saluti. Vi ringraziamo per il tempo passato insieme. Ora, salutate i lettori con una frase effetto! Ciao!

Questi tre stronzi, Simone Pass, Davide Dalla Pria, Alessandro Lupatin vi augurano una lunga vita libera e consapevole.

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