“A Luci Spente” è la terza produzione per See Maw che si aggiunge agli scorsi EP “Depre Mood” e “Ghiaccio”, e che porta il suo stile ad un nuovo livello di consapevolezza. Il giovane artista, classe 1996, compone e produce ogni suo pezzo, dal testo alla parte strumentale, un talento da non sottovalutare. L’organico che fa da sfondo alle parole si muove con coerenza tra suoni puramente elettronici e strumenti più classici come chitarre e piani elettrici. La drum, in pieno stile 909 scandisce il groove sempre ballabile delle sue creazioni, un pattern fisso come le pulsazioni del cuore.
See Maw in “A Luci Spente” ci parla della metropoli dei nostri sogni dove l’alba sembra non arrivare mai
“A Luci Spente” è l’arena dove la particolarissima voce del nostro artista ci insegna un nuovo modo di pensare il canto. Una voce sospesa tra il naturale ed il sintetico che si insinua nei nostri pensieri facendo da guida tra visioni oniriche di luci ed ombre. See Maw è il volto giovane e spontaneo delle notti milanesi, della vita notturna passata fuori dai club tra bicchieri abbandonati e il fumo delle sigarette. Un mondo dove regna una dissociante malinconia, tra la voglia di provare tutto e la paura di non fare niente; dove i rapporti tra le persone si consumano come i tagliandini per i drink omaggio.
Ma come possiamo definire lo stile di See Maw? Molto delle sue produzioni ci ricorda quel nuovo modo di fare pop che facilmente associamo a Mahmood o anche alle produzioni italiane di Ceri. Anche la voce ed il contesto sembrano muoversi su binari abbastanza ravvicinati. Ma alcuni brani, come ad esempio “Di Notte”, mostrano l’influenza di un’armonia tutta jazz, che mi fa pensare ad artisti internazionali come Jacob Collier e FKJ. Insomma un bel mix di generi e contaminazioni ma che lasciano trasparire una fame vorace di contemporaneità ed innovazione.