Sick 4 Milk, benvenuti su Music.it! Siccome siete in attivo da parecchio tempo sono sicuro che saprete raccontare, per iniziare, un evento particolare che vi è accaduto durante questo percorso musicale.
Ciao, siamo molto felici di questo incontro! Nella nostra storia ne sono successe di tutti i colori ed è difficile sceglierne una. Potremmo raccontarvi di momenti divertenti, esaltanti o esilaranti. Forse però il fatto più curioso che ci è capitato è stato di rimanere bloccati all’aeroporto di Cagliari dopo un concerto. Infatti l’organizzazione aveva finito i soldi, dimenticandosi di comprarci il volo di ritorno!
Cosa avete assimilato, e fatto vostro, dagli artisti del passato per creare la vostra musica? Quali nomi sono stati per voi fonte di ispirazione?
Siamo 5 persone che vengono da mondi diversi dunque non sapremmo indicarti con precisione dei nomi di artisti che ci ispirano. Sono diversi per ognuno di noi che abbiamo avuto percorsi umani e musicali anche abbastanza differenti. Forse su un nome convergiamo sempre: la Dave Matthews Band, da cui cerchiamo di assimilare le ritmiche, il modo di portare un certo tipo di musica, così come una scrittura davvero particolare.
In questi anni avete sperimentato con diversi generi e strumentazione fino a confermarvi in un set acustico, più soft rispetto agli inizi. Come mai avete virato verso questa direzione?
Beh, innanzitutto ti diciamo che siamo felicemente tornati ad imbracciare le chitarre elettriche! Il set acustico, che comunque portiamo avanti, è nato un po’ per caso in realtà, era una cosa che non avevamo mai fatto, e volevamo levarci lo sfizio. Così abbiamo fatto un paio di video, insieme all’amico Guido Milana, di questo set, messi su YouTube, e per un po’ scordati là. Poi è arrivata la chiamata della Velut Luna, la nostra prima etichetta, che aveva visto ‘sti videini, e per farla breve ci ha chiesto la stesura di un disco in acustico, “Pay Intention”, registrato tutto live-studio in Veneto. Da là, per quasi due anni, abbiamo portato in giro il disco ovviamente con il set acustico!
Il vostro secondo album “Food for New Songs” contiene qualche traccia in meno rispetto al primo lavoro in studio, ma il contenuto l’ho avvertito più pieno, elaborato ed energico. Diteci qualcosa in più sul dietro le quinte di questo ultimo pargolo!
È un disco nato negli anni ma cresciuto e spesso arrangiato direttamente in studio. Volevamo slegarci da tutto, etichette, uffici stampa, e tornare a fare una cosa che seguisse solo e soltanto il nostro gusto. Quindi meno pezzi? Ok, ma come vogliamo noi. Ci siamo sbizzarriti, abbiamo sperimentato riverberi fatti coi barili e microfoni contro i muri, cercando il suono giusto traccia per traccia. Roberto Cola, producer e fonico di questo ultimo lavoro, è parte integrante del disco.
Le tracce variano molto grazie ai diversi strumenti che usate, come dicevo. “Jealous Guy” è stata scelta per farne un videoclip perché è, forse, un poco più aggressiva rispetto le altre? Avete già deciso un altro singolo da estrarre?
Beh sì, era quella che più di tutte ci sembrava adatta, è un pezzo che già dall’intro entra a gamba tesa! Quindi sì, l’abbiamo scelta per iniziare col botto. Nuovi singoli sono senz’altro in arrivo, ma non diamo date per adesso!
Dopo due album vi prenderete una piccola pausa o siete già all’opera? Potete darci qualche anticipazione?
Credo che ci prenderemo giusto qualche mese per rifinire in sala prove quello che pensiamo di poter far meglio live. Ci sono ancora delle sfumature che secondo noi non stanno al punto giusto, quindi vogliamo continuare a lavorare e a limare i brani. Su Roma saremo sicuramente abbastanza attivi già dall’autunno!
Vi ringrazio per essere stati con me oggi. Sentitevi liberi di usare queste ultime righe come meglio preferite!
Approfittiamo di questo spazio per ringraziare tutti coloro che hanno lavorato con noi e ci hanno sostenuto. Amici, famiglie, fonici, registi, tecnici, musicisti, giornalisti, fidanzate… Ringraziamo anche voi e i vostri lettori per averci dedicato il vostro tempo e la vostra attenzione!