Il cantautore Lou Nime.
Il cantautore Lou Nime.

LOU NIME: “A volte le storie non hanno bisogno di parole”

Ciao Lou Nime! Benvenuto sulle pagine di Music.it. Come da tradizione, inizio l’intervista chiedendoti di raccontarci un aneddoto legato alla musica che non hai mai rivelato ad anima viva.

Ciao a tutti! È una domanda molto particolare, che non mi ha fatto mai nessuno. Pensandoci bene, mi viene in mente un episodio di quando ero adolescente. All’epoca suonavo in un gruppo metal e dei ragazzi organizzavano un festival dove chiamarono tutti i gruppi della zona tranne il nostro. Allora il nostro front-man, che era andato al festival ubriachissimo, minacciò l’organizzatore, mi chiamò al telefono e nel giro di un’ora eravamo sul palco. Situazione proprio punk.

Lou Nime è un progetto ambizioso: una one-man-band con influenze che vanno dall’ambient alla musica elettronica passando per il post-rock. Com’è nata l’idea di suonare da solo?

L’idea è venuta fuori nell’anno in cui mi stavo laureando, e sapevo che di lì a poco avrei cambiato molto nella mia vita trasferendomi a Torino. È stato un periodo stressante, in cui ho scritto molto materiale e, dal momento che è molto personale, ho deciso di farlo da solo.

Il tuo lavoro “Il Diario Del Camaleonte”, uscito a inizio mese, è stato registrato in presa diretta. Hai suonato tutti gli strumenti e cantato durante la stessa sessione, tuttavia il suono è talmente definito da non dare l’impressione di ascoltare un live. Raccontaci di com’è andata e del perché di questa scelta curiosa.

Quando suoni da solo puoi comporre musica riproducibile dal vivo o meno. Io ho scelto di scrivere anche in funzione della riproducibilità live, perché voglio suonare il più possibile. Inoltre scrivo cose che sono soggette a improvvisazioni, quindi la presa diretta è il modo migliore per catturare quei momenti.

Nei tre brani che compongono l’EP ho percepito un artista mutevole e versatile, anche se deciso e focalizzato. Un vero camaleonte, appunto. È tuo il diario che dà il titolo all’opera? Chi ha influenzato il tuo percorso?

Diciamo che non sono estratti da un diario realmente esistente, ma sicuramente sono rielaborazioni di esperienze personali. Per quanto riguarda le influenze artistiche sicuramente gruppi come Swans, Fugazi, Sonic Youth, Father Murphy, Godspeed You! Black Emperor, ma anche The Beatles e letture dell’ultimo periodo come Pessoa, Borges o George Bataille.

Mi ha colpito molto il tuo modo di usare la voce e le parole: si mescolano perfettamente agli altri elementi, senza mai prevalere o emergere davvero. Decisamente controcorrente rispetto alle mode attuali. In brani dove la musica riesce a esprimersi in autonomia, la comunicazione prescinde dal linguaggio?

Per me la voce è uno strumento come gli altri, infatti è da questa idea che parte quel tipo di mixaggio lì, molto dentro il brano. Per quanto riguarda la comunicazione, penso che sia da contestualizzare ai generi, spesso la voce può essere usata solo per rievocare delle immagini oppure raccontare una storia ed a volte le storie non hanno bisogno di parole per essere raccontate.

So che stai lavorando a un album, di cui “Il Diario Del Camaleonte” è solo un piccolo assaggio. Puoi darci qualche anticipazione? Come sarà strutturato? Continuerai su questo percorso da solo o avrai dei collaboratori al tuo fianco? Sentiremo forme-canzone più canoniche?

Il disco vero e proprio è già stato registrato nella stessa sessione del diario del camaleonte. Sto lavorando insieme all’illustratore Marco Cerminara per questo progetto, per una forma che non sarà solo quella di un disco da ascoltare. Più di questo non dirò, perché il lavoro da fare è tanto e si valuteranno tutte le soluzioni, ma credo che sarà ancora più interessante.

Lascio uno spazio tutto tuo. Puoi dire ai nostri lettori ciò che vuoi.

Cari lettori di Music.it, vi invito a sentire la musica sempre, vecchia e nuova, e a sostenere le piccole realtà indipendenti perché sono il motore della bellezza artistica in tutto il mondo. Spero di vedervi dal palco, e magari anche sotto per una birra! Seguite il Camaleonte!

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