Classe 1988, il musicista, cantante e compositore Alberto Nemo inizia il suo percorso artistico con esibizioni durante le cerimonie funebri, suonando poi in chiese, castelli e teatri. È un artista che non vuole solo essere ascoltato, ma seguito e “Smania” è la strada, buia ed isolata, che si deve percorre per poter rivedere le stelle. Tra musica sacra e suggestioni dark, i brani che corrono a formare questo album evocano una dimensione altra, un viaggio necessario per chi vuole rinascere. Dunque, il cantante invita l’ascoltatore a seguirlo nell’Ade, per affrontare le paure, spezzare le catene che tengono legati al passato ed infine rinascere.
Alberto Nemo vuole essere ascoltato, ma anche seguito e “Smania” è la strada, buia ed isolata, che si deve percorre per poter rivedere le stelle.
Un viaggio catartico e liberatorio, per ritrovare sé stessi, ma soprattutto per avere la forza e il coraggio di ricominciare. “Smania” è un annullamento di tutte le cose e, allo stesso tempo, una nuova partenza; guidati dalle armonie vocali di Alberto Nemo si entra in un’atmosfera gotica ma non inquietante. Infatti, l’album si apre con “Reficio”, un brano che prepara l’ascoltatore e lo invita a proseguire il cammino consapevole di ciò a cui andrà incontro. Il linguaggio si fa esoterico e il ritmo sempre più serrato nella title track: ormai il cammino è iniziato ed è impossibile tirarsi indietro.
“Smania” è composto da brani calmi, lenti e riflessivi, ma anche da brani come “Deset” che sembrano spingersi ed indagare meandri oscuri e incitare alla lotta, alla rivoluzione. Mai uguali, ogni brano è un piccolo luogo dove potersi fermare, pensare e contemplare. Il viaggio però, non vuole condurre ad un semplice ritrovamento del proprio io, di accettazione di se stessi, ma ad una totale purificazione, passando per il fuoco e le fiamme delle tenebre.
Non è raro sentire i brividi attraversare la schiena durante l’ascolto di “Smania”, non è casuale chiudere gli occhi e farsi cullare dalla voce di Alberto Nemo. Il cantante, con questo album, continua imperturbabile il suo cammino, non ha paura del pubblico, non ha paura di non essere capito. L’artista, inconsciamente, sembra voler dire «chi mi ama, mi segua», tutto il resto viene da se.