The Illusionist è uno sporco tunnel musicale, dal sound ruvido e graffiante
La voce carontica di David Podestà fa un ottimo lavoro nel raschiare fuori dal pantano le storie inquietanti del grottesco prestigiatore, di un brutale stupratore e di alcune iconiche figure dell’horror anni ‘80, raccontate con maligno carisma. Anche il commento ritmico di chitarra, basso e batteria risulta particolarmente curato, incanalando con efficacia la violenza delle tematiche. “The Illusionist” si apre con tre tracce tipicamente hard rock, per poi rallentare il ritmo su “Circles”. In questo pezzo più contratto, David Podestà può esprimere tutta la sua propensione per l’istrionismo. “Leather Face”, dedicata al celebre assassino dello slasher di Tobe Hopper, riparte con forza a segnalare che la caccia all’orrore non è ancora finita. Allo stesso modo “Grimorium” conferma l’efficacia della formula hard rock dei “The Worst Horse”, per poi cedere il posto a “XIII”. Quest’ultima, più lenta e controversa, racconta il monologo interno di un predatore sessuale con malata partecipazione.
I Worst Horse ci tuffano in un distorto carosello di orrore e rock n’ roll, che i fan dei due generi non potranno non apprezzare
«I’m your sugar!» ringhia David Podestà, mentre la chitarra di Omar Bosis sembra voler entrare in questa miseria umana per comprenderla, con un tono meno rock n’ roll delle altre tracce e più vicino a una buia epica da vicoli ciechi. Anche “Blind Halley” (alley?) tiene un tono lento e interiore, per poi esplodere nella ruvidezza di “Elevator to Hell”, un altro pezzo prepotentemente rock. “It” ritorna a mettere in luce il carisma evocativo dei “The Worst Horse”, con una lugubre imitazione del pagliaccio di Stephen King. La canzone si chiude poi con una intensa cavalcata rock. “The Illusionist” conferma la qualità del lavoro dei The Worst Horse e ci introduce in un distorto carosello di orrore e rock n’roll, che i fan di entrambi i generi non potranno non apprezzare.