Ben ritrovati in questo ombroso venerdì di novembre. Dopo la pausa a tema Halloween, il programma cinematografico si è arricchito di nuovi titoli. E la mia missione sulla Terra rimane quella di guidarvi per bene nella vostra scelta. Molte delle uscite di questa settimana e della scorsa sono già state presentante durante le kermesse romana e veneziana. Quindi, oltre il mio commento, potrete leggere recensioni più approfondite scritte dal sottoscritto e gli altri due membri della ciurma cinefila. Questo è il Trailer Friday, e questi sono i film della settimana selezionati per voi!
NOTTI MAGICHE
Tra le figure di spicco del cinema italiano, Paolo Virzì è indubbiamente una delle più acclamate. Lo scorso anno è passato oltreoceano con “Ella e John”, racconto sull’amore senile tra Helen Mirren e Donald Sutherland. In questo 2018, dove abbiamo visto tornare alla ribalta i suoi colleghi Sorrentino e Garrone, porta sugli schermi una storia quanto personale tanto “magica”. Perché il regista livornese ci rimanda all’universo cinematografico dei primi anni 90 romani. Lo stesso con cui lui da giovane si dovette rapportare, popolato da grandi nomi oramai sul viale del tramonto, e nuovi più interessati al mezzo televisivo. Specialmente di stampo berlusconiano.
Virzì aveva le carte in regola per firmare il suo “Roma” di Fellini, ma la scelta di accompagnarlo da una detection riguardate un omicidio e tre giovani sceneggiatori, non ha pienamente centrato il punto. Del resto, per chi ama il cinema e gli autori italiani della grande epoca d’oro, ci saranno momenti in cui l’emozione potrebbe prendere il sopravvento. Ma questo suo caratterizzare il tutto in modo macchiestico, porta il nuovo film di Virzì a livello del solito comedy-drama nostrano. Potete leggere la recensione completa qui.
IL MISTERO DELLA CASA DEL TEMPO
Altra novità presentata alla Festa del Cinema Di Roma. Se dovessi nominarvi film come “Hostel” o “The Green Inferno” e farvi vedere il trailer di “Il Mistero della casa del tempo”, non penserete mai che dietro c’è lo stesso genio di Eli Roth. Perché questa volta il regista statunitense cambia totalmente rotta, con un film di Halloween dai toni fantasy e per tutta la famiglia. Dietro al tutto troviamo la casa di produzione delle meraviglie di Spielberg, la Amblin Entertainment. Roth insieme a una coppia di attori anomala ma funzionante, Jack Black e Cate Blanchett, da vita al celebre romanzo per ragazzi di John Bellairs. Un fantasy piacevole che riprende quei toni spensierati caratteristici tutta quella serie di film fantastici con cui noi siamo cresciuti. Nessuno meglio di un regista così cinefilo e culture come Roth poteva far ravvivare. Potete leggere la recensione completa qui.
SENZA LASCIARE TRACCIA
Dal versante di un altro Festival, sta volta il Sundance, arriva il nuovo lungometraggio di Debra Granik. Con “Un gelido inverno”, interpretato da un’allora sconosciuta Jennifer Lawrence, Granik aveva assaporato un successo inaspettato. Dopo 8 anni, torna ancora una volta con una storia riguardante un padre e una figlia. Dalle lande innevate del Missouri, passiamo alla folta vegetazione dell’Oregon, con un ex veterano che decide di crescere sua figlia lontano dalla società consumistica americana. I servizi sociali entreranno subito in contrasto con la scelta dell’uomo, e con lo stile di vita eremitico imposto alla figlia. I due dovranno preservare la loro decisione e il loro rapporto, dimenandosi tra un senso di autarchia e omologazione sociale. Un racconto anomalo, come fu “Captain Fantastic” di Matt Ross, ma di riflesso capace di elargire una profonda riflessione sui nuovi moti sociali della nostra condizione attuale.
LO SCHIACCIANOCI E I QUATTRO REGNI
Ad Halloween inizia un lungo periodo fino a Natale, dove le grandi case di produzione distribuiscono il loro blockbuster di punta. La Disney, con tutte le sue affiliate, è al primo posto quando si tratta di festività e florido merchandising riempiscaffali. Questo 2018 è all’insegna della trasposizione cinematografica dello “Schiaccianoci e il re dei topi” di Hoffman e il celebre balletto di Čajkovskij. Immense scenografie, colori sgargianti, cast stellare e costumi maestosi: abbiamo tutti gli ingredienti della solita favola disneyana e di almeno un Oscar tecnico assicurato. Per chi non è immune al fascino di questi film, eccovi accontentati.
IL PRIMO UOMO
Film d’apertura della scorsa edizione del Festival di Venezia, il biopic su Neil Armstrong e il suo primo allunaggio del 1969. Quarto lungometraggio dell’enfant prodige di Hollywood, Damien Chazelle, che dopo l’enorme successo di “La La Land” ritorna carico di ambizione. Ma non eguaglia minimamente il musical del 2016, anche avvalendosi nuovamente di una grande visionarietà e dell’imperturbabile volto di Ryan Gosling (ma perché?). Chazelle opta per un ritratto intimista dell’astronauta. Quello che traspare, è l’ennesimo racconto sulla sfide personali che si incontrano nel raggiungimento di un traguardo, uno dei massimi topoi della cultura e del cinema d’oltreoceano. In questo caso, forse colpa del troppo clamore datogli, Chazelle firma un’opera non conforme al livello a cui ci aveva abituato. Del resto rimane comunque un titolo di punta di questa stagione, e la sequenza dell’allunaggio merita di essere vista sul grande schermo. Potete leggere la recensione completa qui.
IL RAGAZZO PIÙ FELICE DEL MONDO
Se il film “apocrifo” su Zerocalcareha deluso, Gipi ritenta la sua avventura dietro la macchina da presa. Anche il fumettista toscano scrive una storia convergendo vita privata, pubblica, fumetto, cinema e racconti inverosimili. È una storia vera. O forse no. C’è un uomo che da 20 anni, spacciandosi un bambino, manda lettere ai fumettisti chiedendogli un disegno personalizzato. Gipi coinvolge una troupe per farne un documentario, ed’è deciso a scovare l’identità di questo personaggio. Lo troverà? Esisterà veramente? Sta a noi immergerci dentro le folli riflessione dell’illustratore e alla sua delirante opera seconda.
Torniamo al Sundace, con la regista Desiree Akhavan che mette luce su una problematica fino ad oggi poco affrontata: i centri religiosi di conversione dall’omosessualità. Prendendo spunto liberamente dal romanzo omonimo di Emily Danforth, veniamo rimandati nell’America provinciale, gretta, dei primi anni ’90. Quello stesso immaginario usato come sfondo di molti teen-movie del periodo, dove la protagonista infine trovava l’amore (etero) e realizzava i suoi sogni. In questo caso Cameron, interpretata ottimamente da Chloë Grace Moretz, ha poco da poter sognare e molto da patire dentro il centro God’s Promise. Akhavan stempera il tutto aggiungendo un tocco di cinica comicità, con cui la stessa protagonista potrà superare le infinite giornate da reclusa. Un film consigliato in grande scala, vista questa sua capacità di saper far ridere e riflettere nel medesimo istante. Potete leggere la recensione completa qui.
TUTTI LO SANNO
Chiudiamo questa rassegna settimanale con il film d’apertura dello scorso Festival di Cannes. Asghar Farhadi forse è un nome più conosciuto nel circuito festivaliero che tra il pubblico popolare, ma il regista iraniano vanta molti riconoscimenti internazionali e sopratutto due Oscar nel 2011 con “Una separazione”, e nel 2017 con “Il cliente”. Questa volta si misura nuovamente con un scenario europeo e una coppia di star internazionale d’eccellenza: Penélope Cruz e Javier Bardem. I due, legati sia sul set che nella vita privata, vengono travolti in un intreccio di storie passate e presenti, con cui dovranno scendere amaramente a patti.
Farhadi è uno dei pochi autori internazionali in grado di avere completa scelta decisionale all’interno dei suoi film. Con solo otto film all’attivo, usciti negli ultimi vent’anni, è ben riuscito a instaurare una sua personale poetica, fatta di racconti materialmente emozionanti. Dove i legami famigliari e scelte passate eclissate, giocano un ruolo non indifferente. Abbiamo davanti una delle personalità più importanti della cinematografia contemporanea. Quindi non possiamo che prenderlo in forte considerazione.
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