Ogni volta che mi approccio davanti al computer per scrivere questa rubrica, divento sempre più consapevole di quanto il tempo mi sfugga di mano. Siamo già, almeno sulla carta, in autunno 2018, e nelle sale in questi giorni, vengo a scoprire che è stato proiettato per i suoi 20 anni, “Titanic” di James Cameron. 20 anni… L’ansia mi assale come il simbionte alieno con Tom Hardy in “Venom”… Per me equivalgono ancora al 1988, quando non ero ancora nemmeno un pensiero fluttuante nella mente dei miei genitori. E invece no, 20 anni fa esistevo eccome, e molti film con cui ancora discuto insieme ai miei amici erano già parte della programmazione serale televisiva o cinematografica. Come il kolossal in questione con protagonisti Leonardo DiCaprio e Kate Winslet. Che, per essere sincero, come un buon 90% dei miei coetanei, ricordo più per la parodia targata Prophilax. Ma questa è un’altra storia. Faccio un bel respiro, mi concentro, provo ad autoconvincermi che non siano passati tutti questi anni. E ritorno nel presente. Questo è il Trailer Friday, e questi sono i film della settimana selezionati per voi!
L’APPARIZIONE
Iniziamo con il nuovo film del regista francese Xavier Giannoli. Da un po’ di anni a questa parte, con le varie trasposizioni cinematografiche dei romanzi di Dan Brown, la Chiesa e i suoi misteri sono divenuti un nuovo calderone d’idee per i thriller. Ovviamente non si può togliere il merito primario ad Umberto Eco con “Il nome della rosa”, e la sua versione cinematografica del 1986 con Sean Connery. La serie con Robert Langdon ha però fatto fatto da spartiacque per tanti altri film e serie tv con preti, suore, apparizioni, sparizioni e simbolismi. Xavier Giannoli si approccia a questo nuovo genere, scrivendo e dirigendo una storia con un reporter chiamato in Vaticano per indagare sull’apparizione della Madonna avvenuta in Francia. Un prodotto interessante e consigliato a tutti i fan di questo nuovo genere, e di trame avvolte di zone d’ombra. Qui la recensione completa.
ZANNA BIANCA
È sempre un piacere poter parlare di un film d’animazione, specialmente se si tratta di un prodotto esterno al canonico filone Pixar/Disney. Opera prima dell’animatore e regista lussemburghese Alexandre Espigares, tratto dal celebre romanzo per ragazzi di Jack London. La storia è nota a tutti: narra la vicende di un cane-lupo verso la fine del 1800, e la sua formazione attraverso i diversi padroni con cui si dovrà rapportare. Nel film non troviamo nessuna antropomorfizzazione del protagonista, le cui gesta vengono narrate nella versione italiana dall’attore Toni Servillo. Il cinema d’animazione europeo, diversamente da quello americano, è sempre contraddistinto da una grande sperimentazione tanto tecnica quanto narrativa. Trovandoci a un’ennesima trasposizione del romanzo, vedremo se Alexandre Espigares, già premio Oscar con il suo corto d’esordio del 2013, sia riuscito a donare una nuova veste al cane-lupo più amato da tante generazioni.
A-X-L: UN’AMICIZIA EXTRAORDINARIA
Lo ammetto, oltre a essere un modesto cinefilo, sono un grande cinofilo. Quando si tratta di film con protagonisti i cari amici a quattro zampe, mi sciolgo. Dall’epopea di “Zanna Bianca” passiamo a una contemporaneità parallela, dove l’intelligenza artificiale è sovrasviluppata. Anche qui troviamo un esordio registico, quello di Oliver Daly. Dall’idea di un suo primo cortometraggio di tre anni fa, “Miles”, il registadà vita sul grande schermo alla storia dell’amicizia tra un giovane motociclista e A-X-L, un cane robotizzato frutto di sperimentazioni militari per nuove macchine da guerra. Il cane-robot riesce a sviluppare una sua coscienza, provando sentimenti di affetto per il suo nuovo padrone. La trama segue il filone sci-fi classico, con il protagonista che dovrà difendere il nuovo amico contro la società produttrice che lo vorrà indietro per i propri fini. Speriamo di non trovarci davanti un epilogo tragico, caratterizzante di tanti altri film del filone canino.
JOHNNY ENGLISH COLPISCE ANCORA
Settimana all’insegna dei gran ritorni. Si parlava di Titanic, ora di Johnny English aka Mr. Bean aka Rowan Atkinson. Sfido chiunque, nato tra il 1990 e il 1995, a non aver passato almeno un pomeriggiodavanti al televisore con gli sketch del comico britannico. Con solo 14 episodi, due film e una serie animata, Mr. Bean si è istituzionalizzano nella cultura popolare. Nel 2003 uscì il primo capitolo di Johnny English, una sorta di parodia comica dei film di 007. Rowan Atkinson, come nella maggior parte delle sue interpretazioni, non è riuscito a scindere dal personaggio che lo ha reso celebre. Il risultato fu Mr. Bean ma con una trama spionistica di sottofondo e ricche dosi d’azione. Non sono mai stato un fan di Johnny English, e questo è l’ennesimo sequel reiterato. Rimango comunque legato a Mr. Bean, anche a fronte di una catastrofe annunciata al botteghino.
THE PREDATOR
Rimaniamo in tema ritorni con il reboot/sequel di “Predator”, cult fantascientifico del 1987. Il film vide due sequel, più o meno fortunati, e due crossover dedicati allo scontro con lo Xenomorfo della saga “Alien”. In questo clima dove oramai è all’ordine del giorno andare a rispolverare pellicole di successo made in 80s, non potevano mancare i violenti alieni yautja con i loro folti dreadlock. Dietro la macchina da presa troviamo Shane Black, l’occhialuto Rick Hawkins del primo film. La sua carriera registica negli ultimi anni, è stata altalenante tra disastri inauditi (“Iron Man 3”), e operazioni revival acclamate (“The Nice Guys”). Dopotutto, ha dimostrato sempre di saper congegnare sequenze d’azione notevoli. Con “The Predator”, essendo una saga nata insieme alla sua carriera nel pantheon hollywoodiano, si spera possa dare il suo meglio, e non regalarci l’ennesimo reboot dimenticabile. Incrociamo le dita.
Ora entriamo in territorio remake, il terzo per la precisione. “A Star Is Born” è l’esordio di Bradley Cooper alla regia e Lady Gaga come attrice cinematografica. Il mio parere si discosta molto da tutti gli elogi positivi che la critica internazionale sta dispensando. Potete leggere la recensione qui. Tuttavia nel suo essere estremamente classico, hollywoodiano e romantico, è destinato ad avere grande successo di botteghino. “A Star Is Born” è il pacchetto completo per la serata degli Oscar: belle canzoni, bella trama, attore/regista amato, cantante/attrice amata. Peccato che per uno come me questi film non attaccano, sopratutto quando si vuole vestire di nuova luce un prodotto troppo abusato sul grande schermo. Con questo non vorrei sminuire le grandi potenzialità del film. Ma a dispetto del grande clamore, vi voglio solo preparare all’eventualità di una possibile delusione, essendo un film senza alcun elemento innovativo.
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