Gli Animals At The End presentano “Jayus”, il loro primo Ep uscito lo scorso novembre.
Gli Animals At The End presentano “Jayus”, il loro primo Ep uscito lo scorso novembre.

ANIMALS AT THE END: JAYUS, un viaggio interiore

Gli Animals At The End presentano “Jayus”, il loro primo Ep uscito lo scorso novembre.Gli Animals At The End presentano “Jayus”, il loro primo Ep uscito lo scorso novembre. Ad un primo ascolto ci troviamo davanti a un sound alternative rock, con molte sfumature post rock. Un suono bello pieno e avvolgente che in questi sei brani completamente strumentali ci fa dimenticare dell’assenza della voce e ci trasporta in un universo sonoro interessante e ricco di buone idee.

Il primo punto a favore degli Animals At The End è questa loro perizia compositiva che con semplicità e naturalezza riesce a dare vita a sei brani in continuo mutamento. Un pezzo alla volta “Jayus” porta alla luce una grande varietà di suoni e di idee che danno corpo e carattere all’arte della band.

“Jayus” degli Animals At The End è un disco in continuo mutamento

Altro punto a favore della band è la scelta dei suoni e del mix finale. “Jayus” è un disco qualitativamente impeccabile; ogni cosa suona nel migliore dei modi riuscendo a dare il giusto risalto a ogni singola nota e a ogni singola sfumatura sonora.  Gli Animals At The End dimostrano una grande cura nella scelta dei suoni e una coerenza stilistica e concettuale davvero fuori dal comune.

“Jayus” è un disco che si ascolta molto volentieri; in certi punti potrebbe sembrare un po’ prolisso ma avendo davanti un disco completamente strumentale questa tendenza è abbastanza naturale. Soprattutto per scandire le varie parti dei singoli brani.

“Jayus”, un disco d’esordio molto interessante

Gli Animals At The End sono una band con tante buone idee e tutti gli strumenti per realizzarle al meglio. “Jayus” è un disco d’esordio molto interessante che riesce a concentrare al meglio il carattere della band e a tenere alta l’attenzione dell’ascoltatore. Trattandosi appunto di un’opera prima si perdonano anche tante piccolezze che verranno affinate nel tempo, come quella della ripetitività ad esempio.

Questi sei brani si ascoltano con molto piacere e portano a galla un panorama underground che sembrava assopito ma che invece è vivo e vitale e non vede l’ora di dire la propria. Sicuramente sentiremo ancora parlare di questa band perché ha davvero tutte le carte in regola per fare la differenza.

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