La voce del cantante si insinua nelle orecchie dell’ascoltatore inizialmente non dando l’impressione di voler stupire. E invece lo fa. Interessante in “Disconnected” la struttura compositiva, in cui le strofe si snodano dal tema principale costruendo una spirale in cui ogni volta subentra una modificazione. In “A love that shines” e “More Humanity Please…”, entrambe caratterizzate da riff di chitarra più esaltanti, si affievoliscono le contaminazioni power.
Impossibile non avvertire l’influenza dei Whitesnake in quest’opera di Barros
“Take me as I am”, “Tearing as apart”, “When it rains it pours” e “Live before we die” sono le rock ballad dell’album. Da sottolineare in “Tearing as apart” una venatura di jazz che ha permesso a Barros di svelare una parte molto sentimentale della sua anima, ed anche piuttosto incline al virtuosismo tecnico. Apprezzabili e mai scontati i groove della bassista, non un semplice rinforzo della cassa.
“More humanity please…” è un album che può e deve essere riascoltato affinché se ne apprezzino tutte le sfumature. La provenienza dal power metal da parte di Paulo Barros, chitarrista dei Tarantula, permette di giocare molto su variazioni timbriche del cantante, mettendo l’intero progetto a riparo da banali riproposizioni di genere. Il progetto Barros risulta una miniera di citazioni colte dalla storia del rock, cangiante a seconda della sottospecie prediletta dell’ascoltatore.