Gli Elephants & Castles.
Gli Elephants & Castles.

ELEPHANTS & CASTLES: “Ci sembra manchi la musica suonata davvero”

Elephants & Castles è un piacere avervi qui su Music.it. Partiamo con un marchio di fabbrica della nostra webzine: raccontateci un trascorso musicale molto particolare, che non avete mai detto a nessuno!

È un piacere per noi! Questo è un progetto così nuovo che è difficile raccontarvi un trascorso musicale in particolare. Ma prima di essere una band, siamo amici! Questo vuol dire che riusciamo ad accettarci l’uno con l’altro, anche quando Giacomo non vuole accendere il condizionatore in saletta, quando Alessandro fa ritardo in maniera cronica, Gabriel diventa logorroico e rompipalle, ma soprattutto quando Raffaele si presenta vestito in maniera improponibile alle prove!

Da chi avete preso ispirazione? Come siete arrivati a questo indie rock britannico mischiato a sonorità più crude?

Ognuno di noi ha un proprio background musicale. C’è chi viene dalla musica classica e dall’ambient, chi è cresciuto con il classic rock ed il progressive, chi invece ha vissuto a pieno gli anni dell’indie rock, dell’indie folk. Fare in modo di non snaturare la propria natura musicale è diventata la chiave di volta in fase di scrittura. Quello che ne viene fuori è qualcosa che ha dei chiari riferimenti a band come The Killers, Placebo, Arctic Monkeys o Arcade Fire.

All’inizio di quest’anno è uscito il vostro EP contenente 3 brani e proprio qualche giorno fa è stato rilasciato il secondo singolo “Look Up Look Down” con annesso videoclip. Da cosa nasce il vostro progetto? Parlateci della musica che fate e di cosa volete trasmettere.

Questo EP è un po’ il nostro biglietto da visita ed è nato con la volontà di trasmettere un messaggio ben definito: quello di una band che vuole suonare dal vivo e ha un approccio vecchio stampo al mondo della musica suonata. Volevamo trasmettere l’idea della prima uscita ufficiale senza troppi fronzoli, con canzoni semplici e dirette che puntano alla pancia degli ascoltatori. “Look Up Look Down” è un brano che parla di come, in una storia d’amore, si debba godere di ogni singolo momento cercando di non dare per scontato cose che poi potrebbero trasformarsi in rimpianti.

Estrarrete anche il terzo brano “Klicks” o state lavorando a qualcosa di nuovo? Vedremo presto l’EP trasformarsi in un album?

Sì, “Klicks” sarà il prossimo brano estratto dall’EP ma stiamo lavorando a qualcosa di nuovo, senza ancora sapere che forma avrà.

Se non sbaglio avete anche avuto esperienze londinesi. Avete riscontrato realtà differenti, in ambito musicale, rispetto al nostro paese? Qual è la vostra opinione in merito alla situazione dell’underground italiano?

Uno di noi viveva a Londra quando abbiamo avuto l’idea di mettere in piedi questo progetto, per questo la scelta della lingua inglese e del nome. In UK c’è un approccio diverso alla musica, sia suonata che ascoltata. Basta pensare a quanti buskers suonano per le strade di Londra e, prima ancora, quanto la musica inglese sia fondamentale nell’industria discografica. La concezione di musica è totalmente differente dalla nostra, anche se noi sappiamo il fatto nostro. Negli ultimi anni, quello che viene definito underground italiano ha assunto i connotati di una vera e propria realtà che finisce per collocare gli artisti che ne fanno parte tra i big piuttosto che tra chi sgomita per uscire fuori. Da una parte, questa attitudine cantautorale permette di uscire allo scoperto con più facilità e con vestiti semplici (una chitarra e voce). Dall’altra, che secondo noi è il lato negativo, ci sembra manchi la musica “suonata davvero”, le chitarre, i brani che ti prendono la pancia.

Siccome vi chiamate come una storica stazione metro britannica, vi ringrazio per aver scelto la fermata Music.it per raccontarci di voi. Se avete altro da aggiungere, fate pure!

Ci tenevamo solo a ringraziarvi per questa intervista, ciao!

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