Un ricerca, quindi, volta alla scoperta di se stessi, di quella parte volutamente nascosta e dimenticata dall’individuo, che i CloudCaster vogliono far vincere e superare. La band con “Evocare” riesce a trasportare in quel mondo che si trova a metà tra il sogno e la realtà; questo grazie alla voce seduttiva di Valentina Palumbo e ai suoi ottimi compagni di viaggio che sono: Giulia Artioli (chitarra e tastiera), Riccardo Tani (basso) e Gianluca Musu (batteria & synth).
È uscito “Evocare”, l’album d’esordio dei CloudCaster: un disco dalle tinte oscure, ma capace di brillare e sorprendere.
I CloudCaster aprono l’album con “Through the Door”, una voce sussurrata invita ad entrare, a pensare, cerca un rapporto diretto con l’uomo. Con un brevissimo brano di trentotto secondi, “Awakening”, l’atmosfera inizia a cambiare ma è con “Consciousness” che l’ascoltatore è chiamato a reagire, una vera e propria presa di coscienza. Si ha come l’impressione di addentrarsi in luoghi sempre diversi, un susseguirsi di emozioni contrastanti; tutto questo è reso dalle diverse sonorità, che colorano ogni brano, differenti generi che colgono di sorpresa chi ascolta.
Generi che variano dal rock all’elettronica, ma anche dall’ambient al progressive, un’alternarsi di apparenti momenti di quiete ad altri di pura energia. “Evocare” è un intenso concept dell’album in grado di isolare l’ascoltatore con le proprie emozioni; sembra quasi di rivedere davanti ai propri occhi il male passato, di riviverlo, per poi liberarsene completamente. I CloudCaster in “Consciousness” cantano «È necessario il male per avere il bene» e, solo alla fine di questo surreale viaggio, il bene si raggiunge veramente. L’album si chiude con “Just Like the Rain”: è la pioggia che, sottile, impercettibile ed evanescente, cancella, depura e prepara ad una nuova luce.