Gli Invisible Joe & The mushroom Gorilla in uno scatto promozionale
Gli Invisible Joe & The mushroom Gorilla in uno scatto promozionale

Gli INVISIBLE JOE & THE MUSHROOM GORILLA e gli scambi di parti in NO TITLE

“No Title” è il disco di esordio con cui gli Invisible Joe & The Mushroom Gorilla, band tedesca, debuttano nel mondo della musica. Compongono in inglese chiaramente per assicurarsi un pubblico internazionale. Un EP dal minutaggio equilibrato, in cui ogni traccia ha tutto il tempo di svilupparsi, senza chiudersi in un ermetismo espressivo. È il groove di Benni a dare corpo persino alla linea melodica. Quello che esce fuori è un rock sostenuto da un’impalcatura blueseggiante, venato di ispirazioni dark. Questo perché le distorsioni tendono verso frequenze gravi, rispecchiando in qualche modo il timbro oscuro della cantante Aline. “No Title” sembra piuttosto un EP in evoluzione.

Traccia dopo traccia il blues di Benni si appesantisce emergendo dalla struttura per sfociare nella melodia. Sembra che la chitarra di Mike funga sia da rinforzo per le quattro corde.
Aline in questo modo viene lasciata totalmente sola a intuire la linea su cui vocalizzare le liriche di “No Title”. A “My past” si dilegua ogni traccia di grunge per virare definitivamente verso un hard rock quasi nordico. Aline continua a duettare con il basso di Benni mentre chitarra e percussioni stendono quello che per le orecchie risulta un tappeto ritmico.

In ogni canzone degli Invisible Joe & The Mushroom avviene un vero e proprio scambio di ruoli

Da un lato è impossibile non cogliere riferimenti a volte anche troppo puntuali a giganti del rock e del metal, la scelta consapevole di adottare una frontwoman che riesca a valorizzare groove sullo stile di Jeff Ament e riff alla James Hetfield si dimostra vincente. In “Livin in Another World” danno un accenno di esibizionismo. Forse l’assolo di Mike è risulta leggermente lungo per la linea compositiva scelta.

Tuttavia resta vincente la miscela di generi  cge oscillano tra il rock classico degli anni ’80. Per cui i Led Zeppelin e i Garbage vengono piegati alla comunicatività di un post-rock macchiato di grunge. Il sodalizio con Aline non sortisce solo l’effetto riempitivo in sostituzione del synth. “No Title” è un EP gradevole. Un buon inizio, che se sapranno rendersi indipendenti dai modelli per la composizione dei riff di apertura avranno un buon seguito.

 

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