Gunjack, foto promozionale

GUNJACK, THE CULT OF TRIBLADE: l’inossidabile heavy metal alla vecchia maniera

Gunjack, cover The Cult Of TribladeI Gunjack presentano “The Cult Of Triblade”, il secondo disco in studio della band uscito il 16 dicembre. Ad un primo ascolto ci troviamo davanti a un disco potente e tagliente. Un classico dell’heavy metal vecchia scuola che suona bello corposo e bello incazzato.

I Gunjack sono una band alla vecchia maniera, con un carattere forte che dà al disco una propria impronta sonora. Sono più che evidenti le fonti di ispirazioni dei Gunjack: regnano sovrani i Motörhead, soprattutto se parliamo di ritmiche incalzanti e voci abrasive. Per il resto questa band è una miscela esplosiva fatta di distorsori affilati e tempi serrati che rimandano alla migliore scuola metal del tempo che fu.

Per capirci i Gunjack non sono la band di ragazzetti coi distorsori a tutto volume e zero contenuti. Questa band conosce il vero metallo e lo forgia a proprio piacimento per dare vita a questi tredici brani.

Gunjack, una band alla vecchia maniera

Tecnicamente questa band è a un livello altissimo. Tutto suona a dovere e non c’è un singolo dettaglio fuori posto: dalle voci, fino alle ritmiche passando per le chitarre e il basso, tutto è sapientemente miscelato per dare vita a un sound granitico e imponente. I Gunjack hanno grande esperienza e grande inventiva, la cosa è più che evidente soprattutto in alcuni passaggi decisamente interessanti che mantengono sempre alta l’attenzione dell’ascoltatore.

Stesso discorso vale per il mixaggio fatto a puntino. Potrà sembrare una cosa scontata ma, in un genere potente e abrasivo come questo, non è cosa da poco avere un mixaggio come Dio comanda. In molti casi gli strumenti si “impastano” troppo, i distorsori e i bassi mandano tutto in saturazione e i piatti della batteria coprono tutto il resto. Non è questo il caso di “The Cult Of Triblade” che può vantare un sound con gli attributi.

“The Cult Of Triblade, un grande disco

Essenzialmente siamo davanti a un progetto musicale diretto e di impatto. Una di quelle realtà musicali senza troppi artifici, nata e cresciuta per il pogo e il sudore. Tanto ci basta. Certo, complice anche una abbondante affinità come gli immortali Motörhead, a lungo andare il tutto può diventare un po’ ripetitivo o comunque già sentito. È una scelta della band, probabilmente, ma si può rischiare che a lungo andare (e dopo qualche disco) il tutto tenda a diventare noioso o (nel peggiore dei casi) una brutta copia di.

Per il momento gustiamoci i Gunjack e magari approfittiamo per vederli live perché una band con un tiro del genere punterà sicuramente sulla parte live. L’ascolto di “The Cult Of Triblade” è consigliato. È difficile trovare realtà musicali di questo genere nel nostro paese e poi, quando hanno anche talento come i Gunjack, non possiamo assolutamente lasciarceli sfuggire.

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