L’eclettica musicista di origine catanese in “New Focus” racconta sé stessa e la sua terra da un nuovo punto di vista; quello di una donna che sta percorrendo il suo misterioso viaggio geografico ed interiore, oltre i confini della percezione umana. Dunque, un disco che racchiude una summa di influenze artistiche ed esperienze di vita. Stefania Patanè in dieci brani dà prova del suo notevole bagaglio culturale; delicata e allo stesso tempo determinata, l’artista si esprime con il canto, la varietà linguistica, la “vocalità strumentale” e, altro punto a suo favore, la recitazione.
L’artista in “New Focus” si racconta dal punto di vista di una donna che sta percorrendo un misterioso viaggio oltre i confini della percezione umana
Infatti la cantautrice e compositrice siciliana inserisce in alcuni brani frammenti recitati di citazioni e di suoi scritti. Un esempio è “Chiddu can un viri”, quinto brano dell’album che inizia con una citazione tratta dal libro di Massimo Gramellini “Fai bei sogni”: «Preferiamo ignorarla, la verità. Per non soffrire. Per non guarire. Perché altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere. Completamente vivi». Questo è il primo singolo dell’album che vanta della presenza di ospiti come Javier Girotto ai flauti andini e al sax soprano, Kyungmi Lee al violoncello. Infatti, al fianco di Stefania Patanè, in “New Focus” sono presenti musicisti di grande levatura artistica; oltre ai già citati, Seby Burgio, Francesco de Rubeis ed Enrico Bracco hanno dato un prezioso contribuito artistico a questo progetto.
Partendo da un’attenta analisi interiore, probabile conseguenza delle sofferenze non elaborate, l’artista prende consapevolezza delle sue istanze più recondite trasformandole in vere e proprie forze creative, dunque “New Focus”. Tra i brani di maggiore pathos va sicuramente citato “Cuntala”; attraverso il racconto (“cuntu”) una madre ha cercato di convivere con un dolore incessante, continuando ad essere madre per chi era già nato e per chi sarebbe nato ancora.«Cuntala cumari, cuntala arrieri», (Raccontala comare, raccontala di nuovo). Si tratta di una struggente preghiera resa al massimo dall’ottima interpretazione dell’artista, con voce ferma e cuore in mano.
Stefania Patanè prende consapevolezza delle sue istanze più recondite trasformandole in vere e proprie forze creative, dunque “New Focus”
“Mission”, invece, è un’esplosione creativa, variegata e frizzante, gioiosa e movimentata; il tutto, però, sempre molto contenuto, mai eccessivo. Forse è proprio qui che risiede il limite di questo album; ovvero il fatto di non osare mai troppo rimanendo sempre in un’aura di saggia e leggera pacatezza. La grinta c’è, le potenzialità anche, osare e spingersi oltre potrebbe essere il prossimo obiettivo per l’eclettica artista; purtuttavia mantenendo la luce, la grazia e la purezza che porta in grembo.