La cantautrice pop-folk senese Maria Chiara Scopelliti in arte "Joy"
La cantautrice pop-folk senese Maria Chiara Scopelliti in arte "Joy"

JOY: “È bello avere la possibilità di raccontarsi con i piedi a terra e il cuore in mano”

Ciao Joy! Benvenuta su Music.It. Conosciamoci meglio e iniziamo subito con le domande scomode: raccontaci l’esperienza più folle che ti sia mai capitata nella tua carriera musicale!

Grazie a voi per questo angolo di racconto. A dire la verità non ho un vero e proprio aneddoto: indubbiamente ho un talento naturale nello sbagliare sistematicamente strada e nell’incontrare le specie più disparate di animali per raggiungere il luogo di un concerto, ma un momento che difficilmente scorderò è legato a un pomeriggio di qualche anno fa. Nel provare un potenziale acquisto chitarristico rimasi inconsapevolmente chiusa dentro una stanza 3 m per 3, perfettamente insonorizzata, all’interno di un negozio musicale locale. A causa della porta difettosa e dell’”alta soglia uditiva” del titolare, ne uscii solo dopo un’ora. Nell’attesa il blues è stato un ottimo antistress!

Il tuo vero nome è Maria Chiara Scopelliti: da dove viene il nome Joy e in che modo ti rappresenta?

Il significato della parola “Joy” ben sintetizza ciò che provo quando suono, scrivo e canto. Mi ha colpito per la sua semplicità e per la coerenza rispetto al mio carattere.

Quali sono gli artisti e i generi che ti hanno influenzata?

Mi piace spaziare fra molti generi ed esplorare nuove firme. Fra i nomi storici del panorama internazionale e nazionale sicuramente devo ricordare: James Taylor, Joan Baez, Cat Stevens, Burt Bacharach, Beatles, Eric Clapton, Bruce Springsteen, Fossati, Dalla, Fabi, Mia Martini, De Andrè, Pino Daniele. Sul versante moderno Amy Winehouse, John Mayer, Ed Sheeran, Coldplay, Lady Gaga, Jamiroquai, Elisa… solo alcuni fra i tanti artisti che ascolto ed ammiro.

Se domani partissi per un lungo viaggio cosa porteresti con te? Svelaci il nome di un album che ha segnato la tua infanzia ed uno attuale che non smetti di ascoltare e raccontaci il perché!

Se di punto in bianco dovessi partire, porterei con me la mia inseparabile chitarra acustica e “Ricerche filosofiche” di Wittgenstein. Per quanto riguarda l’album del cuore direi “The Game” dei Queen per la sua potente musicalità e il recente “Western stars” di Bruce Springsteen per lo straordinario arrangiamento dei brani, il ruvido folk e il significato dei testi.

Da pochissimo è uscito il tuo nuovo singolo “Come Billie Holiday”. Qual è la cosa che apprezzi di più di questa artista? Quali sono le peculiarità nelle quali ti rispecchi e a cui ti senti più vicina?

Billie Holiday rappresenta per me una donna caratterizzata da un’incredibile forza di volontà e coraggio: basta leggere poche righe di qualunque sua biografia per capirne lo spessore umano ed artistico. Fin dalla sua infanzia ostacoli, ferite e delusioni hanno costellato la sua vita: un peso che esplode con la sua voce puntuale, profonda ed indignata nell’iconica “Strange fruit”. La sua autenticità e chiarezza sono punti di riferimento preziosi nella stesura del testo dei miei brani, così come nella loro interpretazione.

Dal palco del Bill’s Place a quello del Concorso Canoro di Arenzano “Un mare di stelle”: com’è stato vincere questa kermesse? Raccontaci la tua esperienza.

“Un mare di stelle” 2019 è stato il primo concorso musicale al quale ho partecipato. Uscirne vittoriosa con un mio inedito è stata un’emozione tanto inaspettata, quanto bella ed adrenalinica. L’accoglienza dello staff organizzativo di ACM è stata incredibilmente calorosa e già dalle prove, fino alla serata finale, ho avuto modo di conoscere varie esperienze professionali e cantautoriali… un’importante occasione di condivisione e di confronto artistico.

Il tuo nuovo singolo “Come Billie Holiday” è frutto della collaborazione con l’orchestra ACM: com’è stato incidere con un’orchestra? Cosa pensi dei featuring con altri artisti?

Incidere con l’orchestra ACM presso gli studi OrangeHomeRecords (GE) è stato un vero e proprio privilegio: mi reputo sinceramente fortunata di aver vissuto questo tipo di opportunità. In particolare, l’arrangiamento orchestrale, elaborato dal Maestro Giampaolo Caviglia, insieme all’accurata interpretazione dei musicisti dell’orchestra, ha permesso di sviluppare, ancora più intensamente, le sfumature semantiche e le potenzialità strumentali del brano. Personalmente ritengo che il dialogo con amici e professionisti sia un elemento necessario per stimolare la creatività, uscire dal proprio guscio e migliorare la propria produzione artistica.

A dicembre sarai nuovamente on stage, impegnata nella finale del Premio “Pierangelo Bertoli” a Modena. Dai un consiglio a tutti coloro che soffrono di sindrome da palcoscenico e raccontaci i tuoi piani per il futuro.

Nel mio piccolo sono fermamente convinta che il divertimento sia alla base di ogni vera passione: salire sul palco e condividere la propria musica con il pubblico è qualcosa di unico, una modalità di espressione che non può lasciarsi vincere dalla paura delle pressioni, delle aspettative o dei giudizi. A proposito del mio futuro posso soltanto dire di essere profondamente onorata di partecipare come finalista al Premio “Pierangelo Bertoli” (dicembre 2020) ed al “Proscenium Festival” di Assisi (aprile 2021). Nel frattempo, continuerò a scrivere, sperimentare e cercare occasioni di racconto in concorsi cantautoriali del panorama italiano, con un occhio a un progetto artistico più ampio.

Cara Joy, purtroppo la nostra intervista è giunta al termine. Vuoi dire qualcos’altro ai lettori di Music.it?

È sempre bello avere la possibilità di raccontarsi con i piedi a terra e il cuore in mano, quindi grazie a tutti voi per l’ascolto. Non perdiamoci di vista! Potete trovarmi, insieme alle mie canzoni, nei principali canali digitali (Facebook, Instagram: Joy_playmusic; YouTube: JoyOfficial Music).

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