“Under My Hat” è un disco di sette brani. Le immagini dipinte dalla band sono scene di vita, esperienze e pensieri in cui chiunque può ritrovare una parte di sé. Il primo pezzo, “Salvation”, presenta subito un’idea accurata del sound della band. Il brano è ritmato, funziona. Segue la ballabile “Anybody Else”, per poi lasciare spazio a “The First Time (For a Thousand Times)”, in cui ben si percepiscono influenze appartenenti alla sfera pop-rock americana in stile Amy MacDonald e Avril Lavigne. Un tocco di elettronica in più si avverte in “My Advice”, ma il brano che a nostro giudizio è il più riuscito del disco è “Save Us”, una ballata molto orecchiabile dove i Quaalude riescono a fondere tutti gli elementi che compongono il proprio sound. Chiudono l’album “You Lift Me Up” e “17th December”.
Le immagini dipinte dai Quaalude in “Under My Hat” sono scene di vita, esperienze e pensieri in cui chiunque può ritrovare una parte di sé
Il primo disco della band lombarda è sicuramente un ottimo punto di partenza per i Quaalude. I sette brani in “Under My Hat” sono ben scritti ed arrangiati. Troviamo una discreta cura per i dettagli e nulla sembra essere lasciato al caso, per quanto riguarda la produzione. Tuttavia, dal canto nostro possiamo dire che forse ne sarebbe potuta valer la pena di sperimentare un po’ di più, e di affidarsi meno ai noti canoni del genere. Ci sono elementi moderni – come ad esempio degli hat in stile trap – che rendono alcuni brani più interessanti, ma di base le sonorità dell’album sono in parte già note. Detto questo, “Under My Hat” dei Quaalude è un buon album pop-rock e ci auguriamo che il prossimo disco non si faccia attendere troppo.