La cantautrice Anna Belle in uno scatto promozionale.
La cantautrice Anna Belle in uno scatto promozionale.

ANNA BELLE: “Forse nella vita sono una persona romanticamente logica”

Anna Belle, benvenuta su Music.it! Rompiamo subito il ghiaccio: racconta ai lettori un singolare episodio, accaduto durante la tua carriera musicale, che ricordi con il sorriso o che non scorderai mai per l’imbarazzo.

Avevo 14 anni e mi stavo esibendo in teatro in occasione del saggio di fine anno. Nel mezzo dell’esecuzione del brano “She” dei Green Day, si rompe una corda della mia chitarra, precisamente il sol. È stato davvero imbarazzante: prima panico ma poi subito freddezza. Per fortuna sono riuscita a cavarmela variando la posizione degli accordi ma ero accompagnata dalla mia band di allora e i ragazzi si sono mostrati prontamente abili a sostenermi: hanno continuato ad eseguire in maniera perfetta il pezzo e soprattutto mi hanno trasmesso tutta la loro energia.

Quando è iniziato il tuo viaggio nel mondo della musica? Hai sempre desiderato diventare una cantante?

Il viaggio inizia con i primi ascolti: The Beatles, Joan Baez Lucio Battisti. Con questi grandi riferimenti ho iniziato un passo alla volta a cercare la mia vera identità e la mia cifra espressiva. Avevo 8 anni quando in maniera consapevole ho realizzato che volevo cantare e suonare la chitarra allo stesso tempo. Accompagnarmi alla chitarra mi dava una sensazione di sicurezza, mi sentivo autosufficiente musicalmente parlando.

Cosa significa per te essere una cantautrice oggi in Italia? E all’estero?

Io voglio sentirmi una cantautrice italiana nel mondo.

È uscito il tuo singolo di debutto “St. Valentine”: voce calda e passionale, atmosfera sospesa e sognante. Quanto romanticismo c’è in Anna Belle?

Forse nella vita sono una persona romanticamente logica. La musica poi è la mia evasione e mi permette di avvicinarmi alla parte più intima della mia sensibilità.

Qual è il messaggio che vuoi far arrivare con il tuo nuovo singolo?

Probabilmente ogni ascoltatore farà propria la canzone in maniera assolutamente personale, magari proiettandoci la propria vita e rivivendo le proprie esperienze. Io volevo parlare del desiderio di innamorarsi. Amare è una necessità, un desiderio implacabile e io non ho paura.

“St. Valentine” anticipa l’uscita di un EP: cosa dobbiamo aspettarci? Puoi anticiparci qualcosa?

Sì, un EP di 5 brani stilisticamente coerenti: un dream pop vagamente retrò con atmosfere sognanti.
È un po’ come essere dentro un bel sogno che a volte vorresti addormentarti per continuare a viaggiarci dentro, a volte svegliarti per correre a realizzarlo.

C’è un momento della giornata o un luogo particolare che prediligi per scrivere?

Di notte nel mio monolocale. E la mattina seguente poi appena sveglia apro la finestra: ho bisogno di luce e aria. Poi metto la moka sui fornelli e prendo la chitarra: se il motivo che mi ha commosso la notte passata continua a suonare bene anche l’indomani, allora vuole dire che sto creando qualcosa che mi assomiglia e devo continuare a coltivare quel seme.

C’è un rito che sei solita rispettare prima di salire sul palco?

In genere indosso sempre un orecchino a forma di calaca (teschio messicano). Lo ha realizzato una mia cara amica apposta per me per augurarmi bona fortuna nella vita. Quando non lo indosso è appeso sulla lampada nella mia cucina.

Anna Belle, grazie per essere stata con noi. La nostra intervista è giunta al termine, ma rimaniamo in attesa del tuo EP! L’ultima parola va a te, saluta i lettori. Ciao!

Ciao ragazzi, grazie per il vostro tempo. Ascoltate buona musica e celebrate la vita: Viva la Vida!

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