Con il nuovo disco “Circles”, Neroargento e Rockshots Records puntano al successo internazionale, spinti dall’enorme seguito ottenuto in terra nipponica con gli ultimi album. A tal proposito, gli undici brani di cui si compone “Circles” sono tutti in lingua inglese, seguendo la migliore tradizione cybermetal. Il primo brano, “Inside”, è il primo singolo estratto dall’album: il pezzo è energico e funziona, e la cattiveria delle chitarre in accordatura drop si sposa bene con le voci effettate ed i sintetizzatori. Segue “Heisenberg”, in cui troviamo un ritornello cantabile e ritmi con accenti spostati che danno movimento al brano. Il terzo pezzo, “Shed My Skin”, è il secondo singolo estratto dall’album. Con la partecipazione di Brandon Ashley dei The Dark e Caitelin Stokes dei Corlyx, il brano lega un ritornello orecchiabile in stile power ballad ad un cantato che nelle strofe ricorda il nu-metal dei KoЯn.
Le sonorità proposte da Neroargento in “Circles” denotano un parziale ritorno alle origini industrial, ma con una nuova ed aspettata maturità
Degna di nota è per noi la title track “Circles”, un brano veloce con forti influenze drum ‘n’ bass e metalcore. Seguono la violenza di “Zen”, l’unico pezzo classificabile come strumentale, e “What if”, dove si alternano strofe di stampo trap e ritornelli da stadio. La successiva “will you feel sorry?” si carica di sonorità retrowave con synth retrò e batterie anni ’80, mentre un’incessante cassa in stile four in the floor tiene il tempo del brano. I sintetizzatori vocali sono interessanti, anche stavolta il ritornello è cantabilissimo. Chiudono il disco i riff metalcore di “Outside”, delineando una piacevole simmetria con la traccia iniziale.
“Circles” è un album ben pensato e ben prodotto. Nonostante le sonorità predominanti siano già note da anni – industrial e metalcore in stile Motionless in White e Falling in Reverse – Neroargento riesce a fondere insieme nuovi elementi provenienti da generi distanti che ben si inseriscono nel contesto, contribuendo a creare un sound più interessante ed innovativo. L’identità sonora si sente, ed il disco è coeso. Le pecche? Forse i testi a volte non troppo interessanti, cantati in un inglese di cui può essere migliorata la padronanza. Potrebbe essere bello sentire Neroargento osare e sperimentare ancora di più in un prossimo lavoro, ma nonostante questo “Circles” è un buon disco e ci auguriamo che il successo internazionale si faccia vedere. Molto presto.