Il giovanissimo cantante di Bologna Leo Meconi.
Il giovanissimo cantante di Bologna Leo Meconi.

LEO MECONI: “Ho imparato che senza sacrificio non si va da nessuna parte”

Ciao Leo! Noi di music.it iniziamo le interviste con una domanda di rito. Vado dritta al punto. Seppur giovane, hai visto già tanti palchi. Qualche situazione imbarazzante? Qualcosa di divertente e comico da raccontarci insomma.

Beh, le prime volte che ho suonato dal vivo ero sempre molto agitato! Oggi lo sono meno e soprattutto quando suono con altri nel backstage ci sono momenti divertenti, si cerca di ridere anche per vincere l’ansia. Una volta ho suonato da Fico Eataly World e nel backstage non c’era il bagno… Ecco ero agitatissimo e non sapevo come fare… Ma non andiamo oltre!

“I’ll fly away” è il singolo d’apertura del tuo nuovo omonimo album. Lo definisci come un inno a non arrendersi mai e a credere nei propri sogni. C’è invece un tuo sogno al quale hai dovuto rinunciare?

Rinunciare del tutto no. Avrei voluto incontrare Ed Sheeran a Milano lo scorso anno, quando fu ospite di XFactor, ma non ci sono riuscito. L’altro sogno è quello di suonare ad Asbury Park, nel New Jersey, ma sono talmente giovane che… mai dire mai. Incontrare Ed Sheeran mi piacerebbe, lo trovo geniale nella scrittura e mi piacerebbe parlare con lui e magari scrivere una canzone insieme.

Sempre in “I’ll fly away” racconti la storia di un ragazzo che fugge dalla sua realtà quotidiana per rincorrere il proprio obiettivo. Quanto è importante spingersi oltre la propria zona confort per riuscire a realizzare sé stessi?

Credo che se qualcuno ha un sogno, deve dare sempre il massimo per riuscire a realizzarlo, a costo di fare molti sacrifici ed avere anche il coraggio di rischiare un po’ a volte. Ho imparato che senza sacrificio non si va da nessuna parte. Nella musica, ad esempio, sembra tutto bello e divertente, ma io dedico diverse ore al giorno alla musica, scrivo, incido i demo, provo brani per i live e tutto questo magari dopo aver fatto i compiti per la scuola. Per realizzarsi credo che occorrano tanti fattori, ma sicuramente il successo non ti cade addosso e quindi bisogna lavorare molto e poi certo avere anche un po’ di fortuna.

Il tuo album “I’ll fly away” viaggia sui binari musicali del folk, rock, pop. Tutte le canzoni sono state pensate come voce e chitarra acustica. Quando è nato l’amore per questo strumento?

I miei miti fin da piccolo sono tutti cantautori che suonano la chitarra e cantano, quindi ho da sempre adorato questo strumento. Però ho iniziato a suonarlo seriamente e a prendere lezioni all’età di sette anni perché volevo imparare le canzoni di Bob Dylan e di Bruce Springsteen. Oggi non potrei vivere senza chitarra.

Hai partecipato a diversi festival e contest come il “Festival Incanto” di Ravenna e “Vocine nuove castrocaro”. Hai, invece, mai sostenuto provini per i celeberrimi “Amici” e/o “X factor”?

Per Amici ed XFactor credo che si debba aver compiuto 16 anni e io ne ho ancora 15. Vediamo il prossimo anno, al momento non ci penso, perché sto lavorando moltissimo nella scrittura dei miei brani e nella promozione del disco appena uscito.

Sei nato nel 2004 e sei a tutti gli effetti un millenial. Quanto la morte degli mp3, ipod, Itunes e librerie musicali secondo te incide sulla costruzione di una propria bacheca musicale?

Quando ero piccolo, a casa avevamo tantissimi cd (li abbiamo ancora, una libreria intera) oppure DVD musicali, che io divoravo letteralmente. Le mie basi nascono da lì. Credo che oggi però la musica sia ascoltata quasi solamente in streaming; io stesso da un po’ di tempo ho iniziato ad ascoltarla da Spotify e devo dire che mi piace molto perché ho scoperto tanti artisti e tanta musica nuova, però senza smettere di ascoltare cose che ascoltavo già. Poi mi piace molto quando sono a casa ascoltare la musica in vinile, quindi in generale non sento tanto di aver abbandonato una personale costruzione di una bacheca musicale.

Il 5 luglio 2016 Bruce Springsteen ti ha invitato a suonare sul palco “Dancing in the dark”. Cosa hai provato in quel momento? Ansia pura o incoscienza totale?

Tutte e due. Quando ho capito che Bruce Springsteen stava venendo a prendermi dalle prime file avevo il cuore a mille, poi una volta imbracciata la sua Takamine, la tensione si è trasformata in gioia pura e mi sono goduto quel momento. Però quando ho alzato lo sguardo ed ho visto il prato e le tribune di San Siro con 80.000 persone confesso che mi sono tremate le gambe… a ripensarci ora è davvero pazzesco.

“Guitar man” è il tuo singolo che nasce proprio dopo l’esperienza con Bruce Springsteen. Quanto ti senti cambiato dal momento della prima scrittura della canzone?

Penso di essere cambiato molto dal modo che avevo di scrivere le prime canzoni. Ho subito l’influenza di molti generi che prima non ascoltavo e ho maturato un mio stile su cui continuo a lavorare giorno dopo giorno. Però credo che se dovessi riscrivere oggi “Guitar Man”, non sarebbe poi così tanto diversa da come l’ho scritta nel 2016… Quello era un omaggio a Bruce Springsteen, ne è uscito fuori quasi un blues molto ben arrangiato in studio e dal vivo piace molto, perché la eseguo con la loop station.

Musica trap e fusione di generi musicali differenti fanno tendenza. Cosa ne pensi delle star musicali italiane attuali? Chi stimi?

Anche questo è un processo in atto, fino ad un paio di anni fa non ascoltavo quasi nulla di italiano. Pochissimo, forse solo Edoardo Bennato che trovo molto affine al genere che ho sempre suonato. Ho visto qualche suo concerto e lo scorso anno sono andato a vedere anche Luciano Ligabue, Enrico Nigiotti dopo Sanremo, Dodi Battaglia per il quale ho aperto un concerto a Bologna. Mi piace molto Ultimo, poi Anastasio trovo che sia fortissimo nella scrittura dei testi. A Sanremo 2020 ho apprezzato tantissimo Elodie, trovo che abbia un gran talento, mi piacerebbe fare un brano con uno di questi artisti.

Leo Meconi, grazie per essere stato con noi! Puoi scegliere di chiedere quello che preferisci al nostro pubblico. Questo spazio è tutto per te. A te la parola!

Grazie intanto per la bella intervista. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano del mio disco sicuramente, quali canzoni vorrebbero sentire suonare dal vivo, su Spotify ci sono anche 50 cover pubblicate, mi piacerebbe sapere quali sono le preferite del pubblico e magari creare una setlist ideale e fare un concerto suonando le canzoni che il vostro pubblico sceglierà! Un saluto a tutti.

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