La cantante austriaca Mavi Phoenix ritratta dalla fotografa Louise Browne.
La cantante austriaca Mavi Phoenix ritratta dalla fotografa Louise Browne.

MAVI PHOENIX: “Sexism is everywhere and you will see it around you multiple times”

Hello Mavi! Music.it is glad to host you among its pages. Let’s start with a question we take special care about: is there any meaningful anecdote which binds you to music you never told to anyone?

Thanks for having me. I don’t know about one special anecdote, but I remember always being very fascinated and humbled by the ability of music to change my feelings and emotions. That’s why music really is an escape and refuge to people. It literally changes the way you feel – music is an incredible force.

Is there any special meaning behind your choice of calling you Mavi Phoenix?

It is a little reference to the deceased actor River Phoenix. He was the little brother of Joaquin Phoenix. I read an article on the whole family and that story kinda stuck with me. Also, I just really like the sound of Phoenix. And Mavi is just a cool name.

Let’s talk about your story. When did you realize music would play such a role in your being alive?

Pretty early actually. When I was around 11 years old I first started experimenting with producing music on a laptop. It was just a hobby. I would make a couple of songs each year and put them on Myspace & Youtube.

You come from Austria and your sound is very international. I wonder if your place of birth is of any relevance for your production and how you manage expressing your roots.

Like most in my generation, I don’t really feel like my identity is rooted in being “Austrian”. You know what I mean? But of course, wherever you come from influences your whole being and how you see the world and stuff.

What about your influences? Who was the very first artist who inspired you?

I remember being a very big Tyler The Creator fan when I was around 15. The whole Odd Future Gang. I really felt like a part of that movement, though it was all only in the internet. In my home town nobody quite knew who they were. But like I say in almost every interview – I am influenced by thousands of artists, I am a fan of so much music out there.  

You’re 23 years old. You’re fresh and young, you’re a woman and a LGBT perfomer. Have you ever confronted with any actual unpleasant and sexist attitude in the world of music business until now?

Yeah for sure. I don’t like to diminish it to a problem in the music scene though. Sexism is everywhere and you will see it around you multiple times on a regular day if you pay attention.

Let’s talk of “Romantic Mode”, your new single released less than a month ago. Is it an evidence of any change in your life?

It’s more like a fun pop song that happened and felt weird to keep it in any longer. I played it live for half a year already.

What about the feeling of winning the FM4 AMADEUS AWARD 2019?

It was the third year in a row that I was nominated, so yeah it felt pretty pretty good to finally win it (laughs). For this award there’s a online voting only, which is very cool.

Ritual question: what is the gig Marlene Nader would never miss?

Like a lot of people I would really love to see Frank Ocean perform one day. Damn. Or like something totally different like Courtney Love or her band Hole. Ha!

What Mavi Phoenix’s future says?

You tell me! I’ll just keep doing me and trying to stay balanced.

We’re done. I leave these last lines to you. Your thought may inspire our readers. Thank you very much for having been with us! 

Well, thank you! I sometimes wish people would care about themselves more. Listen to their feelings, fears and wishes and whatnot. That sounds so terrible cheesy, but I really believe the world would be a better place if everyone was in touch with themselves more. It’s hard and I am not saying that I am. But at least, I try. That’s it. Much love!

 

Ciao Mavi! Music.it è felice di averti ospite tra le sue pagine. Cominciamo con una domanda a cui teniamo particolarmente: esiste un aneddoto significativo che ti lega alla musica e che non hai mai raccontato a nessuno?

Grazie per l’ospitalità! Non saprei quale aneddoto speciale potrei raccontare, ma ricordo di essere sempre stata affascinata e intimorita dalla capacità della musica di cambiare i miei sentimenti e le mie emozioni. Ecco perché la musica è davvero evasione e rifugio per le persone. Ti cambia letteralmente il modo di sentire. È una potenza incredibile.

La scelta di chiamarti Mavi Phoenix cela un particolare significato?

È una piccola citazione all’attore River Phoenix, deceduto nel 1997. Era il fratello minore di Joaquin Phoenix. Ho letto un articolo sulla loro famiglia e mi sono come ritrovata in quella storia. Inoltre, mi piace molto il suono della parola “Phoenix” – Fenice in italiano n.d.r. –. E Mavi è semplicemente un nome bello!

Parliamo della tua storia. Quando hai capito che la musica avrebbe avuto un ruolo tanto importante nella tua vita?

Piuttosto presto, in verità. Avevo 11 anni quando cominciai la prima volta a sperimentare e produrre musica con il computer . Era solo un passatempo. Facevo un paio di canzoni all’anno e le mettevo su Myspace e Youtube.

Tu vieni dall ’Austria e la tua musica ha un sound piuttosto internazionale. Mi domando se il tuo luogo di nascita ha una qualche importanza nella tua produzione e nell’espressione delle tue radici.

Come buona parte delle persone della mia generazione, non percepisco la mia identità come radicata nel mio essere austriaca. Capisci che intendo? Poi, certo: qualunque sia il posto da cui si proviene, questo influenza tutto il tuo essere, il tuo sguardo sul mondo etc.

Che mi dici delle tue influenze? Chi è stato il primo artista ad ispirarti?

Ricordo che a 15 anni ero una grande fan di Tyler The Creator. Di tutto il collettivo Odd Future. Mi sentivo proprio parte del movimento, anche se potevi trovarli solo su internet. Nella mia città nessuno sapeva chi fossero. Ma, come dico in quasi tutte le mie interviste, sono influenzata da centinaia di artisti. C’è così tanta musica di cui sono fan.

Tu hai 23 anni. Sei giovane e fresca. Sei una donna e una performer LGBT. Da quando sei entrata nel mondo della musica fino ad ora, hai mai dovuto confrontarti con atteggiamenti seriamente spiacevoli e sessisti?

Sì, certo. Però non mi piace ridurre il problema alla sola scena musicale. Il sessismo è praticato ovunque e te ne accorgi, se fai attenzione, che è regolarmente presente intorno a te, tutti i giorni.

Parliamo di “Romantic Mode”, il tuo nuovo singolo pubblicato neanche un mese fa. Credi tracci un qualche cambiamento avvenuto nella tua vita?

È più una sorta di canzone pop e divertente che mi è riuscita e che mi sembrava strano tenere ancora per me. Dal vivo la suonavo già da sei mesi.

E cos’hai provato quando hai vinto l’FM4 Amadeus Award quest’anno?

Questo è stato il terzo anno consecutivo in cui sono stata nominata, quindi sì: è stato piuttosto bello vincerlo, finalmente (ride). Per questo premio esiste solamente una votazione on line che è proprio fica.

Domanda di rito: qual è il concerto che Marlene Nader non si perderebbe mai?

Come molte persone, mi piacerebbe tanto assistere a una performance di Frank Ocean un giorno. Accidenti! Oppure qualcosa di totalmente differente tipo un concerto di Courtney Love o della sua band, le Hole. Ha!

Cosa dice il futuro di Mavi Phoenix?

Ditemelo voi! Io andrò semplicemente avanti con le mie cose cercando di restare in equilibrio!

Abbiamo finito. Lascio le ultime righe per te. Che i tuoi pensieri ispirino i nostri lettori! Ti ringrazio tanto per essere stata con noi.

Beh, grazie a voi! A volte desidero che le persone si prendessero maggior cura di loro stesse. Che ascoltino i loro sentimenti, le loro paure, i loro desideri e tutte queste cose qui. So che suona molto banale ma io credo davvero che il mondo possa essere un posto migliore se solo tutti entrassero in contatto con loro stessi. È difficile, lo so. Non dico che io ci riesco, però almeno ci provo. E con questa chiudo! Tanto amore!

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