Con un buon processo di sequencing le quattordici tracce sono aperte da “Eclisse”. Un intro strumentale che si getta perfettamente nelle braccia del secondo brano “Caos”, e che ci conduce fino all’ultima traccia, “Apocalisse”. Un climax ascendente che racconta l’intima storia di Luframilia. La sua voglia di capire la realtà che lo circonda e in qualche modo di liberarsene.
”Migliaia di Frammenti di Luce” è un album che si può ascoltare di notte, nella propria stanza, tra le proprie angosce periferiche
La copertina dell’album è un’illustrazione dell’artista torinese Perla Giraudo, che aveva collaborato al video animato di Luframilia uscito prima del lockdown. Con pochi tratti è stata in grado anche questa volta di racchiudere l’essenza malinconica e allo stesso tempo pungente che qualifica l’autore calabrese. Interessante è l’esperimento che Luframilia tenta nel suo “Migliaia di frammenti di luce” che abilmente amalgama testi italiani a un punk rock chiaramente a stelle e strisce.
Tra le note, per tutta la durata dell’album, percepiamo la presenza costante e a volte anche un po’ invasiva, di gruppi che hanno in qualche modo influenzato Luframilia, come Green Day e blink-182. Influenze provenienti dallo stivale si avvertono invece in quelle che potremmo definire le ballad dell’album, dal sapore evocativo e anche un po’ romantico; “Viaggio nel tempo” e “Amori Telecinetici” creano un’atmosfera alla Vasco Brondi con un pizzico di Verdena qua e la.
“Migliaia di frammenti di luce” è un buon album d’esordio. È pieno di contrasti e tensioni, di tenebre e bagliori che solo in parte ci illuminano il cammino verso la comprensione del mondo di Luframilia. Frammentario, proprio come dice il titolo, in alcuni punti molto caotico ma non per questo incomprensibile. “Migliaia di frammenti di luce” ci porta sicuramente «lontano, lontano da qui».