Marco Castoldi, in arte Morgan
Marco Castoldi, in arte Morgan

MORGAN canta LUIGI TENCO al FESTIVAL DELLA BELLEZZA e poi punta il dito contro le donne

Nonostante le premesse, sul palco del Festival della Bellezza di Verona si è consumato qualcosa di esteticamente appagante. Ieri sera Morgan ha proposto uno dei capolavori di Luigi Tenco. “Vedrai vedrai” è una ballata delicatissima che il cantautore genovese dedicò alla madre. Nonostante la differenza notevole tra le due vocalità, Marco Castoldi conferma di essere un performer lodevole.

Da un lato la figura femminile, della madre nel caso specifico, è motivo d’ispirazione per la poesia che è “Vedrai vedrai”. La cover faceva parte di una lezione molto poco ortodossa tenuta insieme a Vittorio Sgarbi che, insieme a Morgan, forma un duo artistico popolare. Il critico d’arte ha letto e commentato poesie di Jacques PrévertPedro Salinas, John Donne ed Eugenio Montale. L’ex Bluvertigo ha cantato anche Domenico Modugno.

Morgan canta “Vedrai vedrai” di Luigi Tenco
al Festival della Bellezza

Alla fine, al Festival della Bellezza la donna non è stata un soggetto deputato a parlare né di eros né di estetica. Non sono passate inosservate le polemiche per l’assenza di personaggi femminili nella programmazione del Festival di Verona. Secondo le dichiarazioni dell’organizzazione, come riporta Il Fatto Quotidiano, erano previsti

«eventi ideati per il Festival da artiste come Charlotte Rampling, Ute Lemper, Jane Birkin e Patti Smith, che però sono state impossibilitate a partecipare per le problematiche relative al Covid. Molte altre figure femminili sono state invitate, ma non se la sono sentita di intervenire in un periodo difficile in un contesto particolare come l’Arena di Verona» (grassetto mio, ndr)

Ma il web tace sulle altre donne invitate a intervenire in vece delle artiste e cantanti. Nessuna che abbia rivendicato la presenza della propria assenza. L’attrice Jasmine Trinca è stata l’estrema ratio per salvare un Festival all’insegna della polemica. Al di là dei preziosissimi contributi delle professioniste dello spettacolo, viene da chiedersi che fine abbiano fatto fare alle studiose. Possibile che non ci siano accademiche italiane che, esattamente come il filosofo Massimo Cacciari o lo psicoanalista Massimo Recalcati, portino la loro competenza in un evento popolare come il Festival della Bellezza?

In “Vedrai vedrai”, brano di Luigi Tenco proposto da Morgan al Festival della Bellezza, la Madre ha il potere della divinità

Non è semplicemente un vezzo da ‘dittatura del politically correct’ italiano. In tutto l’Occidente si sta cercando di non pensare cartelloni senza nomi femminili tra gli interventi. Semplicemente perché non si raggiunge un grado di popolarità se si sta sempre dietro le quinte. Ma il Festival della Bellezza sembra essere la sagra delle incomprensioni. Il manifesto del Festival di Verona è stato ritirato dopo lo scandalo dell’assenza di donne, perché contiene “Girl with a bee dress”, quadro di Meggie Taylor. L’artista non è stata mai menzionata.

Vittorio Sgarbi e Morgan stanno con l’organizzazione del Festival. Il primo, propone di far venire la sorella in sua vece, dimostrando ancora una volta di non cogliere il punto della situazione. Marco Castoldi ha pubblicato sui social il suo punto di vista sulla faccenda.

«Si, è scandaloso che al Festival della Bellezza ci sia solo una donna, anche e soprattutto perché la bellezza e l’arte sono zone femminili dello spirito anche di un uomo. Nell’opera d’arte si manifesta la parte femminile in quanto gentilezza, fertilità e creazione, dolcezza, complessità, impegno.
L’arte è femmina, e l’uomo che la fa ha anche una Musa. La musa è la sacralità e l’essenza stessa dell’arte della Musica.
L’uomo ama circondarsi di femmine, l’uomo adora le femmine, le venera, vorrebbe sempre essere abbracciato da loro ed ascoltare i loro discorsi, vorrebbe sempre baciarle e respirare la loro pelle»

Morgan, maschio eterosessuale, vorrebbe che tutto il mondo  guardasse con i suoi occhiali di maschio eterosessuale

Storicamente l’arte è sempre stato segno di distinzione e privilegio della nobiltà bianca occidentale, ovviamente coniugata al maschile. Sono solo 50 anni che stiamo provando a rendere la società e i canoni di artisticità più inclusivi. Non appena sparisce l’Altro che con tanta fatica cerca di farsi strada in un gioco le cui regole sono state già decise, ci ritroviamo uomini per cui l’arte è paranomasia della donna, santa e p****a.

«Quindi tutte le volte che noterete sbilanciamento, perché ci sono troppe poche femmine e la prevalenza è maschile – e dico questo alle femmine che di ciò si lamentano giustamente – prendetevela con le femmine che hanno voluto questo perché fosse stato per i maschi sarebbe stato esattamente il contrario»

Questo cosa? Una chermesse coniugata al maschile è stata fatta per invidia? Ancora devono uscire fuori i nomi delle altre donne che hanno declinato l’invito al Festival della Bellezza.

«Smettetela di colpevolizzare gli uomini quando vi sentite in minoranza e cominciate invece a guardare bene come si comportano le vostre amiche nell’invidia e nella rivalità»

Viene da chiedersi quando mai la competizione sia leale. Quando sono donne a competere tra loro si fa immediatamente appello a invidia e rivalità. Leale e rispettosa è solo quella tra uomini. Ma a guardare meglio, è lo stesso argomento che viene usato dal benestante per classificare negativamente le proteste ‘invidiose’ dei subalterni. Insomma, uno schema ben noto quello usato da Morgan.

Cosa resta del Festival della Bellezza?

L’ennesima diatriba sul monopolio degli spazi pubblici, quelli di una visibilità che rende il discorso sull’eros e sulla bellezza a pannaggio di un solo sesso. Eppure in “Vedrai vedrai” la madre ha il potere della divinità, di far sentire il figlio eternamente inadeguato, solo con lo sguardo. A noi non resta che accodarci alle parole di Luigi Tenco, restituite in maniera meravigliose da Morgan nella serata di ieri sera.

«Vedrai, vedrai
Vedrai che cambierà
Forse non sarà domani
Ma un bel giorno cambierà
Vedrai, vedrai
Non son finito sai»

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