Morgan durante la conferenza stampa tenutasi a Casa Sanremo.
Morgan durante la conferenza stampa tenutasi a Casa Sanremo.

MORGAN, “le brutte intenzioni, la maleducazione”, la retorica e la solidarietà

Morgan torna a far parlare di sé con un messaggio che, questa volta, ha affidato ai suoi canali social.

Le dichiarazioni sui social

«Non mi sento bene e non mi interessa del perbenismo ipocrita dei miei colleghi che fingono che tutto sia ok, nulla è ok per quanto mi riguarda. Ciò non toglie che ci sono degli appigli e non sono certo i sorrisi falsi o le carovanate di retorica solidarietà. Essere solidali vuol dire non lasciare le persone da sole, non raccogliere soldi o fare concerti in streaming per farsi promozione. Io mi aggrappo alla musica che è l’unica cosa che non mi ha mai abbandonato a differenza dei musicisti. Amo talmente questa canzone che mi trapassa come una spada nella gola in questi giorni, e sento che parla di noi esseri umani, che viviamo questo vuoto delle nostre vite, e di ciò che avevamo creduto di essere, fino ad ora, che ci è stato tolto incomprensibilmente. Il presente è spaventoso, esattamente come quando finisce un amore che per te era ancora vivo, e non sai se rassegnarti o lottare per riavere quel che ti manca, inconsolabilmente. Il deserto che vivo mi spezza il cuore e in brevi ma intensi momenti sento ancora lo slancio che mi porta a combattere e cantare che non può finire così, nella solitudine malinconica dei ricordi, ma che il futuro esiste solo rimanendo insieme, interrompendo la distanza, ritornando ad abbracciarci, in nome dell’istinto e dello spirito naturali che nessuno può azzerare, come invece sta accadendo. L’amore va riportato nel presente, non ci sarà nulla se crediamo che il futuro tornerà a riportarci il passato, è il presente che va forzato alla vita, ora, in questo esatto momento»

Mentre il mondo intero è in lotta contro il coronavirus, Morgan pensa ad alimentare una polemica partendo però da “Canzone per te” di Sergio Endrigo.

Morgan e le “carovanate” di retorica solidarietà

Questa “provocazione” arriva all’indomani del “One World: Together at Home” e sembra proprio rivolta a tutti quegli artisti che stanno cercando di fare la propria parte raccogliendo fondi per il personale sanitario. Niente da dire sull’arrangiamento e sull’esecuzione di “Canzone per te”. Morgan, è un grande musicista e un grande compositore, quando rivaluta le sue priorità. A questo punto possiamo dire che il problema di questo 2020 e del mondo dell’arte in generare sono proprio queste “carovanate”, come le chiama Morgan?

Secondo quanto affermato dall’artista «essere solidali vuol dire non lasciare le persone da sole, non raccogliere soldi o fare concerti in streaming per farsi promozione. Io mi aggrappo alla musica che è l’unica cosa che non mi ha mai abbandonato a differenza dei musicisti».

L’idea alla base del post, per quanto discutibile, poteva anche essere condivisibile nel contorto modo di pensare di alcune persone. Qualcuno sostiene che, ad esempio, il “One World: Together at Home” sia stato solo una marchetta? Potrebbe essere. Ma non è il caso di focalizzarsi sul fine ultimo dell’evento invece di parlare degli artisti che lo hanno reso possibile? Per l’Italia vale lo stesso discorso. Gli artisti che fanno concerti in streaming lo fanno solo per pubblicità? Può essere. Ma non è il caso di pensare che oltre ad una eventuale raccolta fondi sia importante considerare anche accorciare le distanze tra i Big e la gente comune?

Morgan, il peggior nemico di Morgan

In una perversa teoria del complotto messa in atto da Morgan la cosa che stona e che riduce tutto ai soliti teatrici a cui ci ha abituati è quel “IO”. «Io mi aggrappo alla musica che è l’unica cosa che non mi ha mai abbandonato a differenza dei musicisti», dice Morgan. Ecco quel “IO” è solo l’ennesima prova che, nonostante tutto, al centro del suo universo culturale e sociale ci sia soltanto la sua figura.

Morgan è (stato) un grande musicista e ha saputo regalare al suo pubblico dischi ed esibizioni incredibili. Al posto di tanta genialità, però, adesso sembra esserci una morsa che lo sta schiacciando tra narcisismo e paranoia. Se quell’io adesso sembra solo una riflessione affidata alle parole di Sergio Endrigo, a Sanremo è sembrato una richiesta di aiuto. Una disperata richiesta di aiuto dal mondo della musica che, a suo dire, stava sabotando io suo genio. Purtroppo l’unica persona a sabotare il genio di Morgan è Morgan stesso e ormai è una cosa innegabile.

Se da una parte “le brutte intenzioni e la maleducazione” ci ha fatto ridere durante il post-Sanremo adesso è un ricordo che svanisce e che distoglie l’attenzione da scaramucce troppo piccole per essere rilevanti in questo momento. Proprio per questo Morgan è costretto a seguire il trend. Se tutti osannano i concerti in streaming, lui deve andare contro tutto e contro tutti, mettendo però al centro dell’universo quell’io che ormai è tristemente riconducibile ad altro.

Se il problema sono i concerti in streaming e la solidarietà la soluzione è semplice: non guardarli, non farli e non donare. Semplice, veloce e indolore. Ma qui i problemi sono altri e non è girandoci intorno che si risolveranno, questo è poco ma sicuro.

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