Quattro personalità musicali diverse che si incontrano e uniscono i loro impulsi creativi dando vita a un sound eclettico e immaginario. Un album poliedrico e ricco di contaminazioni che vanno dall’alternative rock al cantautorato, con escursioni sonore elettroniche che disegnano un filo rosso tra le undici tracce dell’album. Come un contemporaneo Efesto, i Tristema forgiano “Pandora” e ci risucchiano nel loro vaso pieno di virtù.
“Pandora” riesce a riaprire il vaso, facendone uscire l’unica virtù che ancora dimorava al suo interno: la speranza, a cui tutti dovremmo aggrapparci, senza abbandonarla mai, in questo periodo storico più che mai
“Pandora” ci accompagna in un viaggio interiore mostrandoci la miseria dell’animo umano in questo continuum melodico. L’album si apre con “Pillole di Felicità”: singolo che ha anticipato l’uscita di “Pandora”. Quello dei Tristema è un incontenibile desiderio di libertà e leggerezza, che si mostra in tutta la sua violenza in questo brano cadenzato da ritmiche decise e riff interessanti. Allo stesso modo intrigante è anche il groove della bonus-track presente nell’album: “Littel Liv Tugheder (Jugoslav Dentz)”, che si discosta dall’atmosfera generata dalle altre tracce e ci invade con una folata d’aria fresca.
La conversione da onda audio a spettro visivo è lasciata alla bravissima Elisa Anfuso, artista sicula che ha curato l’artwork di “Pandora”. I Tristema con “Pandora” mettono a segno il loro terzo successo raccontandosi in modo schietto e sincero: un album che vale la pensa d’essere ascoltato e goduto in tutte le sue sfaccettature.