Sabato si è chiuso il Roma Fringe Festival. Ormai la giuria ha rivelato i nomi degli spettacoli che hanno accesso alla finale di stasera al Teatro Vascello. Andranno in scena per un’ultima volta all’interno del Festival “Pezzi” di Rueda Teatro, “Attesa” di Madiel, “Radici” di Macondo e “Un po’ di più” di Covello/Bernabéu. Ne resterà soltanto uno.
UNO SPLENDIDO GIORNO PER SEMPRE
L’effetto caricaturale e grottesco riesce, tutto sommato, a creare una sorta di legame con un pubblico non proprio avvezzo al black humour di matrice anglosassone. Il protagonista è solo sull’aereo, parla con la scatola nera raccontando la sua storia prima che l’avaria colga tutti e quattro i motori, e interpella insistentemente il pubblico soprattutto nei flashback narrativi. Circondandolo di valigie che costituiscono l’intera scenografia, la regia non dimostra di avere un disegno chiaro a guida dei movimenti di Davide Vox. E si sa, quando è necessario avere qualcosa da fare per riempire la messinscena, si cerca di distogliere l’attenzione della platea da altro. Che siano vuoti attoriali o registici. Scegliendo la via della tragicommedia, Redsand Theatre inibisce l’afflato psicologicamente interessante. “Uno splendido giorno per sempre” non eredita la forza di “Survivor”.
Red Sand Theater/Davide Vox
Red Sand Theater/Davide Vox updated their cover photo.
UN PO’ DI PIÙ
La ricerca di attenzione, di un contatto affettuoso che riveli la presenza dell’altro, si tiene in bilico tra le cariche energetiche dei due corpi. Solo un centimetro, solo un briciolo di forza in più e l’equilibrio risulterebbe spezzato. Che poi è quello che accade al lungo e stretto tavolo che occupa il fondo del palco. La distanza data dalla mensa sembra impedire alla coppia di comunicarsi adeguatamente i moti dello spirito, facendo altalenare la tavola come fosse un discorso rimbalzante. Le parole sono usate a mo’ di specchi nel proseguimento della ricerca di Zoé Bernabéu e Lorenzo Covello. In “Un po’ di più” le espressioni verbali hanno un effetto mimetico sul corpo. Deformano l’oggetto fino a costituirne l’essenza, e nella relazione amorosa possono influenzare l’altro al punto da farlo diventare ciò che vorremmo fosse per noi. Oltre l’equilibrio c’è la rottura.
Zoé Bernabéu
Zoé Bernabéu posted a video to Un po’ di più_Roma Fringe Festival 2019’s timeline.
LE SORELLE PROSCIUTTI
Leonildo Fassoni, al ritorno dalla missione partigiana sulle montagne, mantiene la promessa di sposare Adele. È attraverso gli occhi di Adele e le sue figlie – la Alta, la Bionda e la Riccia – che la storia del prosciuttificio Fassoni è resa nota. Ne “Le sorelle prosciutti” le donne sono centrali proprio come l’affettato. In Bulgaria – così i nativi di Langhirano chiamano una delle valli del parmense – il vento è talmente asciutto che l’unica cosa che viene bene sono proprio i prosciutti. La nascita, la crescita e le trasformazioni del prosciuttificio Fassoni sono incastrate nella Storia, che nella narrazione è rappresentata soprattutto attraverso il profilo musicale. E infine, la malinconica chiusa dello spettacolo, col glorioso tramonto dell’azienda Fassoni.
Ancora femminile è la lente che filtra i motivi della chiusura, una lente gentile che non punta il dito ma piuttosto descrive e comprende. L’esigenza di pace e serenità tra le sorelle prosciutti può essere facilmente scambiata con ignavia e passività, Teatri Reagenti le rende davvero figlie del loro tempo. La resilienza della Alta, la Bionda e la Riccia si sprigiona nell’accettazione della sconfitta nel momento giusto, che consente di lavorare su strategie alternative. Il testo de “Le sorelle prosciutti” arriva al pubblico con semplicità e immediatezza. Sul palco vige l’efficienza. L’alternanza tra voci narranti e rappresentazioni dei ricordi comporta una sovrapposizione di linee temporali il cui intreccio dà ritmo alla pièce. Soprattutto è l’artificio della spontaneità, ben diverso dalla naturalezza, a essere il punto di forza dello spettacolo.
Non andare a teatro è come far toletta senza uno specchio.
Arthur Schopenhauer
Riflettere su altro è un’occasione per guadagnare in lucidità nell’analisi di se stesso. Non è il pigro apprezzamento estetico l’obiettivo primario, ma l’efficacia di un simbolo che inonda con forza gli anfratti più nascosti dello spirito.