Oliver Hardy e Stan Laurel, oramai sessantenni, partono per una tournée teatrale nell’Inghilterra del 1953. La loro notorietà è ben definita da una serie di film, sketch e cortometraggi, che hanno disegnato nel mondo il mito di Stanlio & Ollio. Quegli anni d’oro a Hollywood, però, si sono consumati, e i due pur di far avviare la produzione di un film su Robin Hood, decidono di imbarcarsi in questa nuova impresa teatrale. Gli spettacoli, tappa dopo tappa, si confermano un successo. Ma i due comici devono fare i conti con l’età che avanza e, soprattutto, con le varie crepe del loro rapporto accumulate negli anni. Il loro viaggio inglese, quindi, si trasformerà principalmente in una riscoperta l’uno dell’altro. Confermando la loro amicizia e il grande affetto reciproco.
Stanlio aveva bisogno di Ollio, quanto Ollio di Stanlio. Baird e Pope hanno sapientemente lavorato su questa caratteristica del duo.
“Interpretarli è stata una missione. Sono dei personaggi così immortali, universali. Due opposti che insieme si completano”. Parole dette da John C. Reilly alla conferenza stampa di “Stanlio & Ollio”. L’idea che traspare è quanto i due comici vivessero un affetto unico. Capace di tenere insieme due personalità distanti, ma che insieme potevano creare la straordinarietà del loro cinema. Stanlio era un devoto al lavoro, sempre alla ricerca di un nuovo progetto da scrivere. Ollio era più placido, romantico, devoto alle attività ludiche. Stanlio aveva bisogno di Ollio, quanto Ollio di Stanlio. Baird e Pope hanno sapientemente lavorato su questa caratteristica del duo, non calcando troppo la mano su avvenimenti noti della loro carriera. “Un film biografico, non convenzionale”, dove più che la storia dei due attori, si cerca di far prevalere la loro amicizia. Un’unicità data da due figure note, ma capace di essere contestualizzata a tutti noi.
Questa è parte della potenza del film di Baird: essere un elogio a quello che hanno rappresentato per tutti noi Stanlio & Ollio, e al contempo farci vivere epidermicamente una fraternità che ha valore collettivo. Il tutto è reso possibile dalle interpretazioni dei due attori protagonisti. John C. Rilley e Steve Coogan donano nuova vitalità a un duo già di per sé dinamico. “Abbiamo creato principalmente un rapporto di fiducia”, dice Coogan mentre scherza con Rilley in conferenza stampa, mentre danno prova, tra battute e gag, della forte sintonia già dimostrata nel film. “Nessuno può dire veramente come è stata una persona. Noi li abbiamo resi umani, mettendoci anche un po’ di noi stessi”, afferma invece Rilley, mettendo l’accento sul duro lavoro svolto sulle personalità di Laurel e Hardy, per potersi distanziare da quelle note di Stanlio & Ollio nei film, per non farne una rozza imitazione.
Questa è parte della potenza del film di Baird: essere un elogio a quello che hanno rappresentato per tutti noi Stanlio & Ollio, e farci vivere la loro amicizia.
Ad affiancare i due protagonisti, troviamo le due attrici Nina Arianda e Shirley Henderson, nelle parti delle rispettive mogli. Sono portatrici d’ordine nella vita del duo, e protagoniste di siparietti divertenti in toni da buddy-movies, richiamanti quelli dei mariti. “Due duo al prezzo di uno”, esprime il produttore presente a una conversazione tra le mogli. Sottolineando quanto la verve comica di Stanlio & Ollio caratterizzasse la loro intimità.
Baird e Pope ci donano un biopic riuscito. Sia nella struttura quanto nella capacità di farci affezionare nuovamente al mito del duo comico più amato. Il film si potrebbe aprire a tante riflessioni, come la vecchiaia e il declino del successo. Notevole la sequenza in cui un affranto Laurel vede davanti a sé una locandina di un film di Gianni E Pinotto. Ma l’amicizia rimane il vero e unico catalizzatore di tutto il film, e della sinergia unica movente le fila del duo, fuori e dentro lo schermo. Stanlio & Ollio e Laurel & Hardy, due uomini unici, due attori intramontabili, un amicizia immortale.