Un'immagine del film "La profezia dell'armadillo" basato sulle tavole di Zerocalcare.
Un'immagine del film "La profezia dell'armadillo" basato sulle tavole di Zerocalcare.

TRAILER FRIDAY – I film del week-end del 14/9

Bentrovati con la rubrica settimanale cinematografica di Music.it! Dopo la breve pausa estiva (a me è parsa lunghissima), ogni venerdì selezionerò i titoli più caldi, o quelli più meritevoli, in uscita nelle sale nostre sale cinematografiche. Per tutti i nuovi lettori, mi sollevo ogni responsabilità nel caso i film da me selezionati non vi dovessero appagare, per i vecchi lettori, spero di continuare al meglio il mio lavoro. Questo è il TRAILER FRIDAY, e questi sono i film della settimana selezionati per voi!

 


LA PROFEZIA DELL’ARMADILLO

L’adattamento cinematografico dell’omonima graphic novel di Zerocalcare è stato uno dei titoli di punta della sezione Orizzonti della 75^ Mostra del Cinema di Venezia. Era da tempo che in rete si parlava di questo film, dove inizialmente doveva passare per le mani dell’attore/regista romano Valerio Mastrandrea.

L’attesa è la curiosità attorno a questo progetto erano parecchio elevate. In primis perché raramente in Italia si producono degli adattamenti sulle opere dei fumettisti italiani (peccato). E poi perché il buon Michele Rech, in arte Zerocalcare, è divenuto negli ultimi anni una vera e propria istituzione. Con un passaggio di testimone al produttore Domenica Procacci e al giovane regista Emanuele Scaringi, finalmente si è data vita alle pagine riguardanti Zero, Secco e il suo amico immaginario Armadillo.

Potendomi considerare un modesto lettore delle opere del fumettista made in Rebibbia, personalmente posso solo affermare che, tralasciando delle situazioni divertenti, la versione cinematografica de “La profezia dell’armadillo”, non rende giustizia alla sua matrice letteraria. Già con la sua assenza all’anteprima ufficiale al Lido, si è notato un notevole distacco dell’autore a questo film. Quello che evince durante la visione del film è un modo di affrontare le tematiche solite delle storie di Zerocalcare in maniera quasi superficiale e a tratti pedante.

Più che un adattamento dell’opera di Zerocalcare, “La profezia dell’armadillo” è un film “alla Zerocalcare” che raramente o approssimativamente si avvicina al testo e alla poetica di base.

Il background riguardante il suo impegno politico, la vita nella periferia romana, le continue seghe mentali sul lavoro e sulle relazioni, vengono sì mostrati, ma in modo svuotato e senza giusto riguardo. Il personaggio di Zero non risulta così vicino a tutti noi della generazione dei millennials capitolini come dalle tavole del fumettista. Anzi, a tratti sembrerebbe un ragazzo qualunque che dispensa frasi fatte dell’autore con casualità.

Più che un adattamento dell’opera di Zerocalcare, perviene un film “alla Zerocalcare“, che raramente o approssimativamente si avvicina al testo e alla poetica di base. Tuttavia, sapendo del grande riverbero che hanno le tavole dell’artista romano sui lettori, la visione è consigliata a tutti i curiosi e agli amanti delle sue storie. Sappiate però che la probabilità di trovarsi davanti un film non pienamente degno del suo nome è molto alta.


LORO

A quattro mesi dall’uscita di “Loro 2” di Paolo Sorrentino nella sale, torna sui grandi schermi l’intera opera, in un montaggio unico dei due capitoli di 145 minuti. Sul film del regista partenopeo incentrato sulla figura di Silvio Berlusconi si sono spese tante parole, dai commenti assolutamente negativi e reietti, a quelli che, forse con troppo elogio, lo hanno indicato come una delle sue opere più riuscite.

Secondo la mia personale visione, posso dire che, se con “Loro 1” avevo trovato dei guizzi di genialità registica, specialmente nel modo in cui veniva descritto il costume italiano nel berlusconismo, “Loro 2” nella sua ultima parte si trasforma nella solita solfa sorrentiniana sulla decadenza fisica e morale del suo personaggio protagonista. Forse rivederlo nella sua versione completa potrebbe sicuramente dare nuova verve alla pellicola e far apprezzare il tutto nel suo complesso.

In questi giorni “Loro” è stato presentato al Toronto International Film Festival, che come nel caso della Biennale, rappresenterà un buon trampolino di lancio per portare il mascherone del Cavaliere agli Academy Awards di febbraio. Chi si fosse perso i due film usciti in primavera, o per chi volesse rivedere la director’s cut finale, da questa settimana se potrà (ri)gustare il film in sala


UN AFFARE DI FAMIGLIA

Con questo film arriviamo alla prima posizione di questa settimana. “Un affare di famiglia” è l’ultimo lungometraggio del regista giapponese Hirokazu Kore’da, vincitore della prestigiosa Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes. Per chi non conosce l’autore in questione, posso dire, senza timore di essere smentito, che ci troviamo di fronte a uno dei registi più validi del panorama orientale.

I lungometraggi di Hirokazu Kore’da si sono contraddistinti per la grande minuziosità nel modo in cui descrivono avvenimenti intimi e i legami famigliari. Un’eredità che avanza sin dagli albori dalla cultura e dal cinema giapponese moderno, sopratutto in autori come Yasujirō Ozu, che con delle pellicole essenziali è riuscito a trasporre al meglio la concezione di familiarità e il rispetto di tali rapporti nel Paese del Sol Levante.

Per quanto Hirokazu Kore’da non apprezzi il paragone con il regista maestro, soprattutto per una questione di assoluta riverenza e rispetto, i suoi film detengono indubbiamente lo stesso valore materiale di profondo scavo psicologico dei personaggi e delle loro famiglie. Per i lettori amanti del cinema orientale di genere, e per quelli più vicini a un cinema dai toni più complessi ed impegnati, questo è assolutamente un film imperdibile.

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