Il 13 maggio è arrivato il primo full length dei Siveral, band milanese che aveva già pubblicato un EP omonimo nel 2015. Ancora di più del primo lavoro, “The Future Is Analog” è una rappresentazione di quello che i Siveral vogliono trasmettere con la propria musica. Perfettamente in linea con quello che accade oggi in musica, ma allo stesso tempo completamente distaccati. Perché la loro musica in effetti è all’insegna della commistione tra generi tanto di moda adesso, ma “The Future Is Analog” non si presta facilmente a comparazioni e paragoni vari. Insomma, quando si parla di loro, i Siveral vogliono essere ben distinti da tutti gli altri.
Quello di mescolare sintetizzatori, musica elettronica in tutte le declinazioni- anche quella minimal- e il rock non è certo una pratica nuova. Ma le possibilità che ne vengono fuori sono talmente numerose da permettere ai vari artisti di crearsi una propria nicchia e delle proprie caratteristiche. Così, la band capitanata da Antonio Magrini, ha voluto un disco che fosse in grado di rappresentarli al meglio. “The Future Is Analog”, prodotto per altro da Max Zanotti, prende indubbiamente ispirazione da grandi band come Thirty Seconds To Mars, Muse, Deftones, senza però rinunciare a una caratterizzazione forte e un’identità chiara.
“The Future Is Analog” dei Siveral non si presta facilmente a comparazioni e paragoni vari.
Due caratteristiche queste che si traducono all’interno di “The Future Is Analog” in dieci tracce diverse tra loro, creando una composizione eterogenea e ricca. Gli arrangiamenti riconducibili a un rock progressive, si sposano ora con una linea più alternative, ora con con ritmi minimali. La chitarra si mescola ai sintetizzatori, mentre la batteria lascia lo spazio al suono nostalgico della tromba. Così i Siveral scelgono di aprire “The Future Is Analog” con “Awake” che ne definisce il lato più puramente rock. Ma mano a mano che la canzone procede si fa evidente l’uso dell’elettronica, mentre la voce va in crescendo fino all’esplosione nel finale.
La commistione di generi si rende forse più evidente in “Dreamer” dove un incipit nettamente ispirato alla musica elettronica, lascia spazio a un ritornello più puramente rock, senza però creare distacchi evidenti. “My Degeit” esplora il mondo dell’acustico, mentre i Siveral chiudono l’album con “Regentanz”, all’insegna dell’elettronica più minimal. “The Future Is Analog” è un album che rifiuta la semplicità senza perdere di spontaneità, unendo non solo diversi generi ma anche e soprattutto tecnica e istinto. Quello che ne deriva non è sempre perfetto, ma comunque d’intrattenimento.