Ormai sono passati tre giorni dalla scomparsa di Eddie Van Halen, il chitarrista pioniere del tapping. Da autodidatta qual è stato, non poteva che essere stato idolatrato da un altro cantautore e chitarrista assai divisivo. Molto più di Eddie Van Halen, Kurt Cobain ha indignato i puritani del punk e del metal. La critica più reazionaria ancora discute su chi abbia assassinato il papà metal, se i Nirvana o i Nickelback. Ma la storia che stiamo per raccontare è un’altra.
L’ha restituita al mondo Thurston Moore, chitarrista dei Sonic Youth, in un’intervista a Rolling Stone.
Ecco come avvenne l’incontro tra Kurt Cobain ed Eddie Van Halen
«Abbiamo fatto un concerto con i Nirvana al Warfield di San Francisco. Non appena iniziarono, già dal primo accordo Kurt Cobain stava fluttuando sul pubblico. La folla lo ha riportato sul palco esattamente nel momento in cui avrebbe dovuto iniziare a cantare la prima strofa. Era impossibile da battere! L’ultima volta che ho visto Kurt, era a Los Angeles e a San Diego. Sono andato a entrambi gli spettacoli in quell’ultimo tour dei Nirvana. Sembrava molto contento. Si stava divertendo a suonare, specialmente a Los Angeles, perché c’era Eddie Van Halen . Era divertente. Kurt stava camminando lungo il corridoio e io dissi: “Amico, Eddie Van Halen è nel tuo camerino”. E Kurt sembrò davvero contento e rispose: “Assolutamente no!”. Era davvero eccitato. Si diresse nello spogliatoio, si avvicinò a Van Halen e lo baciò sulla bocca. Doveva farlo»
Nonostante il bacio non fosse né richiesto né preventivato, Eddie Van Halen non se la prese in alcun modo. Sammy Hagar, l’allora cantante dei Van Halen, provava una sincera ammirazione per i Nirvana di “Smells Like Teen Spirits”. Confessò che dopo Kurt Cobain era persino impossibile, oltre che sconsigliato, non ammettere una vena grunge all’interno della propria composizione. Non dovrebbe stupire più di tanto, quindi, venire a sapere che anche Eddie Van Halen dormisse con “Nevermind” sotto il cuscino.