Diamo il benvenuto a David Pazzaglia, batterista dei Sunset Radio, sulle nostre pagine di sole albe! Portami a vedere il tramonto che ha ispirato la vostra azione musicale. Perché proprio lì i Sunset Radio hanno preso vita?
Se vogliamo cominciare dall’inizio, dobbiamo tornare indietro di almeno tre anni, più precisamente nell’agosto 2015. I Sunset Radio nascono a bordo di una piscina in una caldissima giornata estiva, accompagnati da un tramonto mozzafiato nella città di Punta Marina. La radio passava le hit di quell’estate e, guardando l’orizzonte, non è stato difficile scegliere il nome della band. Io, insieme a Matteo (chitarrista) e Gabriele (bassista), suonavamo assieme già in un altro gruppo che, per fortuna o purtroppo, non è riuscito a decollare come volevamo.
Ma non vi siete arresi, suppongo.
No! Infatti si accumulava la passione per il punk rock e cercavamo altri due elementi che avessero la nostra stessa passione per il genere e tanta voglia di mettere su un progetto coi fiocchi. Abbiamo pensato ad Andrea, attuale cantante, che veniva da un altro progetto da poco chiuso e, per dare un po’ più di colore al tutto, a livello chitarristico, un secondo ragazzo, Igor, che ha condiviso con noi solo i primi mesi di questa esperienza. Tutti questi colori, per rimanere in tema, hanno dato vita al progetto.
Un aneddoto imbarazzante che vi coinvolge e che non avete ancora mai raccontato a nessuno?
Sinceramente non ricordo aneddoti imbarazzanti. Potrei raccontarti, però, un episodio molto divertente che ci è capitato durante l’ultima tournée in Giappone. Durante uno dei nostri live, mentre il pubblico pogava, un ragazzo è caduto sul palco e si è spaccato un dente. Finito il concerto, si è presentato in camerino col dente in mano per mostrarcelo con fierezza. Il giorno dopo ci ha scritto allegandoci una foto del dente appena ricostruito, ringraziandoci della serata indimenticabile.
Quali sono stati i vostri percorsi personali?
Tutti e cinque veniamo da precedenti progetti musicali, ma, nonostante avessimo in comune la passione per il punk rock, non suonavamo tutti in band di questo genere. Per esempio, io mi sono dedicato allo studio del jazz per diversi anni. Alberto faceva parte del progetto España Circo Este, Riccardo si è dedicato a progetti più rock n’roll mentre Andrea nasceva come bassista e seconda voce di un gruppo screamo/hardcore. Matteo, infine, può essere considerato l’unico all’interno della band che ha sempre mantenuto fedeltà al genere.
Avete rinnovato la vostra line-up. Perchè la necessità di rinforzare il trio con una doppia chitarra?
I cambi di line-up sono il risultato di una serie di diverse necessità da parte di alcuni componenti, di tipo lavorativo, personale o altro. I due cambiamenti principali hanno riguardato il basso e la seconda chitarra. Durante quest’ultimo anno, infatti, abbiamo condiviso il palco con diversi elementi, arrivando finalmente all’attuale formazione, che al momento risulta essere stabile e riesce a venire incontro alle esigenze di tutti. Nel nostro genere, un punk rock tendente al pop punk, è difficile suonare senza 2 chitarre, una armonizza sempre l’altra, e nei breakdown la rafforza!
Vorrei che mi parlaste più o meno diffusamente di tutte le influenze culturali che hanno ispirato la scrittura di “All The Colors Behind You”. Io, solo per citarne due, ho percepito sprazzi di Incubus e ci ho visto puntate di “Scrubs”.
Sicuramente il disco è il frutto delle esperienze di vita di ognuno di noi e dell’esigenza di incidere quello che si ha dentro. Le vite personali di ogni componente, così come le emozioni, le ansie, le paure, i fallimenti, i successi, si mescolano in un’esplosione di colori e ciò che ne esce fuori è “All the Colors Behind You”. Dal punto di vista musicale volevamo creare un giusto connubio tra il passato e il presente, cercando di mischiare gruppi storici come No Use For a Name, Yellowcard, blink-182, Lagwagon a gruppi della scena moderna quali Real Friends, State Champs, Neck Deep, mantenendo sempre una propria identità.
La scelta di cantare in inglese credo sia scontato derivi dal tipo di musica che fate. Mi domando: la vostra è una scelta naturale oppure qualcosa di consapevole, pensato e mirato?
Il genere ha una predisposizione alla lingua inglese. Nonostante ciò la scelta di adottare questa lingua è stata fatta per un semplice motivo. Nessuno di noi ha mai amato particolarmente il punk rock cantato in italiano. Secondo noi la lingua inglese si sposa meglio dell’italiano alle melodie, ai ritmi e alle armonie che caratterizzano questo genere musicale. Altro motivo che ci spinge ad usare la lingua inglese è che, considerando il periodo storico e l’attuale situazione musicale italiana, preferiamo suonare all’estero, rivolgendoci più facilmente ad un pubblico internazionale.
Quali sono i colori che i Sunset Radio si lasciano indietro e che colore siete, quindi, tra quelli che indietro non sapete lasciare?
Io penso che nessun colore oggi possa essere lasciato indietro. Tutti questi colori, dalla tonalità più chiara a quella più scura, faranno sempre parte della nostra vita, come gli stessi tatuaggi che portiamo sulla pelle. Puoi cercare di cancellarli o di nasconderli ma il momento in cui vengono incisi, beh, quello rimarrà per sempre. Noi siamo tutti i colori di “All the colors behind you”.
Una domanda che faccio sempre a tutti e tutte: qual è il concerto che i Sunset Radio non possono perdere e consiglierebbero ai nostri lettori?
Per quanto mi riguarda, e penso di parlare anche a nome di Matteo, il concerto che consiglierei a tutti e non mi perderei mai è quello dei Comeback Kid. Nonostante siano lontani dal nostro genere, l’energia e le emozioni che riescono a trasmetterti dal palco non sono, a mio avviso, paragonabili a nessun altro gruppo. Cazzo! Sono dei diavoli.
Progetti per il futuro? E nuove date?
Certo. In primo luogo, promuovere al meglio il secondo disco sia in Italia che all’estero. Cosa fondamentale, divertirci insieme e non dimenticarci mai da dove siamo partiti e il perché sia stato messo su questo progetto. Per quanto riguarda le date, ci stiamo preparando alla release del disco che sarà il 31 ottobre al Bronson di Ravenna, seguito subito dopo, dalla nostra seconda tournée in Giappone. Nel nuovo anno ci saranno poi parecchie date italiane, ma per il momento vogliamo che sia una sorpresa! Sicuramente ci farebbe molto piacere tornare per la seconda volta sul suolo russo.
Tempo di saluti. Il tramonto è ormai quasi alla linea verde. Ecco: siglatela voi, la linea verde all’orizzonte che termina il tramonto.
Ti cito uno dei miei poeti preferiti, Bukowski: “Segui ciò che ami e lascia che ti uccida” .