Il punk è stato uno di quei movimenti (musicali e non) che ha influenzato fortemente più di una generazione. Nato come un termine dispregiativo a metà degli anni ’70, il punk nel tempo è stato contaminato dalle esperienze sonore, concettuali e artistiche più disparate, diventando uno dei movimenti culturali più complessi di sempre.
Rozzo e di impatto, il punk delle origini
Musicalmente parlando, questo genere ha subito molte variazioni e contaminazioni, ma di base (il punk classico delle origini) presenta un sound ribelle, “rozzo”, poco elaborato e decisamente di impatto. Sono molte le categorie che sono nate all’interno del termine “punk” e spesso hanno cambiato completamente le carte in tavola. Partendo dal sound ribelle delle origini si è arrivato a un sound pop, con testi più leggeri e sonorità più elaborate.
Nel tempo si è persa la vena “rozza” del genere e si è persa anche la rabbia e la voglia di rivolta che aveva caratterizzato le band delle origini. Sono entrate in campo le major che hanno addolcito il tutto, curando i suoni e “placando le rivolte” a suon di contratti discografici milionari. Chiaramente ci sono ancora band “fedeli alla linea” o che comunque lo sono state fino al loro scioglimento. Andiamo adesso a vedere 10 brani storici che hanno fatto realmente la storia del punk
Dieci band che hanno fatto la storia del punk
“God Save The Queen” dei Sex Pistols. Questo è stato il secondo singolo della band, pubblicato proprio durante il Giubileo D’Argento della Regina d’Inghilterra. Il singolo fu bandito rapidamente dalle radio “ufficiali” inglesi e dai negozi di dischi, ma divenne ugualmente uno dei brani di culto di una generazione. Dietro questo brano storico di sono molti aneddoti, uno fra tutti il tentativo dei Sex Pistols di suonarlo su una barca di fronte al palazzo di Westminster. Tentativo finito con una rissa e 11 arresti. Sul finale di “God Save The Queen” è possibile sentire ripetuta a più riprese la frase “No Future” che diventerà uno degli emblemi del movimento punk.
“White Riot” il primo singolo dei The Clash, pubblicato nel 1977 e inserito nel disco omonimo. Il brano parla delle differenze razziali, chiama all’azione i giovani bianchi per trovare un motivo di rivolta così come era stato per la comunità nera in Inghilterra. “White Riot” è considerato uno dei classici della band anche se, nel tempo, Mick Jones non volle più suonarlo live perché considerato troppo crudo nel testo e troppo semplice musicalmente.
“Nazi Punks Fuck Off” dei Dead Kennedys. Anche qui un brano di impatto, crudo, diretto e che lascia poco all’immaginazione. Uno dei pezzi più rabbiosi dei Dead Kennedys che si scagliava apertamente contro la subcultura punk vicina al Nazismo che era diventata famosa soprattutto negli USA. Il brano spianò la strada al movimento anti-nazista SHARP (SkinHeads Against Racial Prejudice) che cercò di “estirpare” i nazi punk dalla scena americana.
Il punk è stato uno di quei movimenti (musicali e non) che ha influenzato fortemente più di una generazione
“Search and Destroy” dei The Stooges. Brano storico del panorama punk degli anni ’70 che, nella versione originale venne mixato nientemeno che da David Bowie. “Search and Destroy” è stato uno dei brani più rappresentativi di quegli anni ed è stato riproposto nel tempo da moltissimi artisti.
“American Jesus” dei Bad Religion. Lo storico brano della band di Greg Graffin uscì nel 1993 ed era un duro affronto all’America e alla Guerra del Golfo. Il brano può essere considerato uno dei simboli del punk-rock a stelle e strisce che, al contrario del filone europeo, era famoso per le linee melodiche più evidenti e l’ampio uso di cori, che diventeranno uno dei tratti distintivi dei Bad Religion.
Uno dei movimenti più complessi di sempre
“Blitzkrieg Bop” dei Ramones. Un brano che non ha bisogno di presentazioni e, sicuramente, uno dei più famosi della storia del punk e della carriera della band. “Blitzkrieg Bop” è un riferimento umoristico alla guerra lampo immaginata dalla Germania nazista ed è stato il primo singolo dei Ramones. Il celebre “Hey! Ho! Let’s go!”, in apertura al brano diventerà uno dei tratti distintivi della band.
https://youtu.be/TYh1lRR1m6Y
“Dig Up Her Bones” dei Misfits. Se parliamo dei Misfits dobbiamo anzitutto riconoscere la loro genialità nel creare un nuovo genere definito horror-punk. La band, utilizzando sonorità cupe e grottesche è riuscita a mescolare le ritmiche serrate del punk alle atmosfere dei film e dei racconti horror (spesso di serie B), creando questo nuovo genere che è a tutti gli effetti un ibrido del punk. I Misfits pur distaccandosi parecchio dal punk delle origini, sono una delle formazioni più interessanti e più apprezzate del genere.
“Straight Edge” dei Minor Threat. Il brano è celebre soprattutto per aver dato i natali alla cultura “Straight Edge”, una derivata del punk con un “codice etico” che proibisce l’uso di sostanze che danno assuefazione (dalle droghe, al caffè e alla cioccolata). Gli esponenti di questa cultura sono molto vicini al punk-hardcore e seguono dei codici di comportamento piuttosto restrittivi, andando a eliminare tutte quelle “abitudini malsane” che hanno caratterizzato il punk.
Sono molte le categorie che sono nate all’interno del genere e che spesso hanno cambiato completamente le carte in tavola
“Lexicon Devil” dei The Germs. Uno dei brani più famosi della band che viene descritto spesso come una “cantilena infernale”. Il brano è potente e veloce, così come è stata la carriera dei The Germs, considerati da molti l’ultimo grande gruppo punk della storia. Il merito di questa band è quello di aver riportato il punk sulle sonorità grezze delle origini. I The Germs hanno cercato di “ripulire” il genere dagli assalti intellettuali della new-wave a beneficio di sonorità sporche e suonate nel “peggiore dei modi”.
“Nervous Breakdown” dei Black Flag. Un punk rabbioso, nichilista e diretto. Un sound acido e affilato che diventerà una delle icone del punk a stelle e strisce e con il quale i Black Flag urleranno al mondo tutta la loro rabbia e la loro angoscia.